(20-09-2017) Nelle donne che consumano vegetali ricchi di nitrati diminuisce il rischio di mortalità per cause vascolari grazie alla riduzione dalle
Blekkenhorst LC, Bondonno CP, Lewis JR, Devine A, Woodman RJ, Croft KD, Lim WH4, Wong G, Beilin LJ, Prince RL, Hodgson JM.
Am J Clin Nutr. 2017 May 31. pii: ajcn146761. doi: 10.3945/ajcn.116.146761. [Epub ahead of print]
Il consumo regolare di vegetali ricchi di nitrati (come spinaci, lattuga, ravanello, rape rosse, cavolo rapa, coste) ha un effetto positivo ben dimostrato sulla pressione arteriosa. I nitrati, attraverso vie metaboliche complesse, in parte mediate dal microbiota orale, sono precursori dell’ossido nitrico (NO), molecola gassosa responsabile della vasodilatazione delle arterie dell’organismo.
Ora, una ricerca australiana (Perth Longitudinal Study of Aging in Women), condotta su 1.226 donne tra i 70 e gli 85 anni, seguite per 15 anni, dimostra che l’apporto di nitrati garantito dall’assunzione quotidiana dei vegetali che ne sono ricchi ha un effetto protettivo anche nei confronti delle malattie vascolari su base aterosclerotica, con la conseguente riduzione del rischio di mortalità per queste cause. L’ossido nitrico che deriva dai nitrati, è infatti fondamentale anche per proteggere la parete dei vasi dalla formazione della placca aterosclerotica.
In questa ricerca l’apporto di nitrati con i vegetali è stato suddiviso nei tre terzili di consumo: inferiore a 52,7 mg/die, tra 52,7 e 76,4 mg/die, oltre 76,4 mg/die (considerando che 60 mg di nitrati corrispondono a circa una porzione di vegetali). Dallo studio emerge che la maggiore protezione dalla mortalità vascolare su base aterosclerotica si raggiunge assumendo ogni giorno una media di 63,5 mg di nitrati da fonti vegetali. Oltre questo apporto non si evidenziano ulteriori vantaggi.
I dati emersi non erano influenzati dallo stile di vita complessivo o dalla presenza di altre malattie cardiovascolari, mentre la qualità dell’alimentazione individuale e, soprattutto, l’apporto di potassio (altro micronutriente ben presente nei vegetali) concorreva all’effetto protettivo finale.
Fonte: nutritionfoundationofitaly
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