(22-11-2017) Depressione, i maschi vegetariani sono a maggior rischio
I maschi vegetariani sono a rischio maggiore di depressione rispetto agli uomini che mangiano carne, secondo quanto suggeriscono i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Affective Disorders. «Le diete vegetariane sono state associate a una diminuzione del rischio di morte cardiovascolare, obesità e diabete, ma sono sorte molte domande sul fatto che i potenziali benefici si estendessero anche alla salute mentale o, al contrario, se la diminuita assunzione di sostanze nutritive che sono abbondanti in alimenti esclusi dall'alimentazione possa causare conseguenze negative per il benessere mentale» spiega Joseph Hibbeln, del National Institutes of Health, autore principale dello studio. I ricercatori hanno valutato più di 9.600 uomini che hanno completato la Edinburgh Postnatal Depression Scale (Epds), in cui un punteggio maggiore di 10 indica un'alta probabilità di depressione lieve o moderata. I risultati hanno mostrato che, per il gruppo vegetariano/vegano, il punteggio medio era di 5,26, rispetto a 4,18 per il gruppo non vegetariano.
Inoltre, il 12,3% del gruppo vegetariano/vegano rispetto al 7,4% del gruppo non vegetariano aveva un punteggio maggiore di 10, e il 6,8% rispetto al 3,9% ha ottenuto un punteggio maggiore di 12, a significare la probabilità di una depressione grave. Vi era anche una tendenza all'associazione tra sintomi depressivi e la durata del vegetarianismo, seppur non significativa. «Per quanto ne sappiamo, questo è il primo grande studio epidemiologico a mostrare una relazione tra il vegetarianesimo e sintomi depressivi significativi tra gli uomini adulti» scrivono i ricercatori che poi aggiungono: «Carenze nutrizionali, per esempio di cobalamina o ferro, sono una possibile spiegazione per questi risultati, ma soprattutto, poiché la carne rossa è ricca di vitamina B12, pensiamo che in particolare quel nutriente possa avere un ruolo». Già precedenti ricerche hanno dimostrato che bassi livelli di vitamina B12 e di folati sono associati ad un aumento del rischio per la depressione, e una meta-analisi ha suggerito che la supplementazione di vitamina B12 possa prevenire i sintomi depressivi in popolazioni particolari. Tuttavia, come concludono i ricercatori, saranno necessari studi clinici meglio disegnati per approfondire queste tematiche.
Fonte: Journal of Affective Disorders 2017. Doi: 10.1016/j.jad.2017.07.051
http://www.jad-journal.com/article/S0165-0327(16)32391-6/fulltext
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