(14-02-2018) Fertilità , molecole olfattive aiutano spermatozoi a cercare ovociti
Un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Endocrinology afferma che gli spermatozoi possono "fiutare" l'ovocita per fecondarlo, sfruttando molecole olfattive simili a quelle presenti nel naso che sono posizionate sulla loro superficie. «Nel nostro studio, svolto in collaborazione con il professor Massimo Castagnola e i ricercatori dell'Istituto di Biochimica e Biochimica Clinica dell'Università Cattolica di Roma, l'applicazione di moderne piattaforme di proteomica ha consentito di identificare ben otto differenti recettori olfattori presenti come frammenti nel liquido seminale ed espressi sulla superficie dello spermatozoo, nei tubuli seminiferi del testicolo e nell'epididimo. I nostri dati evidenziano inoltre un ruolo importante per questi recettori, poiché consentirebbero allo spermatozoo di "fiutare" le sostanze chimiche rilasciate dall'ovocita e di muoversi nella sua direzione allo scopo di fecondarlo» spiega alla stampaAlfredo Pontecorvi, direttore dell'Istituto scientifico internazionale Paolo VI-Isi e dell'Area di endocrinologia e malattie del metabolismo del Policlinico Gemelli di Roma, che ha coordinato lo studio. Precedenti studi avevano già riportato la presenza sugli spermatozoi di un recettore olfattivo, noto come "hOR17-4", che risultava tra l'altro essere attivabile tramite odori artificiali ed estratti floreali. Inoltre, era già stato ipotizzato un possibile ruolo dello stesso nell'attivazione dello spermatozoo verso la fecondazione dell'ovocita, oltre che nel processo di maturazione degli spermatozoi stessi. Ora, con questi nuovi risultati, si ipotizza che alla base di alcuni tipi di sterilità ci possa essere proprio una mancanza di questo tipo di molecole sugli spermatozoi. «Si tratta di un lavoro con una notevole rilevanza clinica: in pazienti con infertilità da arresto della maturazione degli spermatozoi abbiamo dimostrato proprio l'assenza di questi recettori» concludeDomenico Milardi, andrologo presso il Policlinico Gemelli e primo autore dello studio.
Front. Endocrinol. 2018. doi: 10.3389/fendo.2017.00379https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fendo.2017.00379/abstract
Fonte: doctornews33
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