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Le ricerche di Gerona 2005

(25-05-2018) L'uso di antibiotici a lungo termine in donne anziane aumenta il rischio di morte






Le donne più anziane che riferiscono un uso a lungo termine di antibiotici mostrano un aumento della mortalità da tutte le cause e tassi notevolmente più alti di mortalità per motivi cardiovascolari rispetto a quelle che non usano antibiotici, suggerisce una nuova ricerca presentata presso le American Heart Association's Epidemiology and Prevention, Lifestyle and Cardiometabolic Health Scientific Sessions. «L'uso di antibiotici è stato collegato a variazioni del microbioma intestinale che possono di fatto durare per anni, e le infezioni da resistenze agli antibiotici rimangono una preoccupazione sempre crescente. Tuttavia, nessuno studio di coorte precedente ha valutato come la durata dell'uso di antibiotici nell'età adulta incida sui tassi di mortalità» spiegaYoriko Heianza, della Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine di New Orleans, prima autrice del lavoro. Lo studio ha incluso 37.516 donne di età pari o superiore ai 60 anni che hanno segnalato il loro uso di antibiotici durante il Nurses' Health Study 2004-2012 e che non presentavano malattie cardiache o cancro al basale.

Ebbene, i ricercatori hanno osservato che le donne che hanno utilizzato antibiotici per due mesi o più avevano un aumento del 27% della probabilità di morire per tutte le cause e fino al 57% di morire per cause cardiovascolari rispetto a quelle che non avevano dichiarato uso di antibiotici, anche dopo aver tenuto conto di fattori quali stato di malattia, indicazione per gli antibiotici, uso nell'età adulta media, fattori demografici, indice di massa corporea, stile di vita e fattori dietetici. Lo studio, di natura osservazionale, non può ovviamente mostrare relazioni di causa ed effetto, ma gli autori affermano che gli antibiotici possono causare un aumento della mortalità attraverso diversi meccanismi, per esempio causando il prolungamento dell'intervallo QT e stimolando la proliferazione e l'attività dei macrofagi, che possono indurre l'aterosclerosi, o provocando effetti negativi sulla flora intestinale.

American Heart Association
http://www.heart.org/HEARTORG

Fonte: doctornews33

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