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Le ricerche di Gerona 2005

(19-06-2018) Svolgere un lavoro stressante si associa a un aumento del rischio di ictus






Svolgere un'attività stressante potrebbe accrescere le probabilità di un ictus, secondo una metanalisi pubblicata su Neurology. «Lo stress lavorativo è correlato a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ma ricerche analoghe sugli eventi cerebrovascolari hanno dato finora risultati discordanti» esordisceXu Dinglidell'Università di Guangzhou in Cina, tra gli autori dell'articolo, ipotizzando che i lavori più stressanti portino a stili di vita meno salutari con cattive abitudini alimentari, eccesso di fumo e alcolici oltre alla mancanza di esercizio fisico. Per scoprire di più, i ricercatori hanno esaminato gli studi disponibili sulla correlazione tra attività lavorativa e rischio di ictus, selezionando sei trial per un totale di 138.782 partecipanti seguiti per periodi variabili da tre a 17 anni. I lavori sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al controllo esercitato dal lavoratore sulla propria attività, all'intensità di quest'ultima, al coinvolgimento psicologico e alle mansioni di coordinamento di altro personale. Gli esempi vanno dai bidelli ai minatori fino agli insegnanti, ai medici, agli ingegneri e agli architetti passando per infermieri e lavoratori dei servizi, come le receptionist o le cameriere d'albergo. Nei sei studi, la percentuale di chi svolge lavori ad alto contenuto stressante, come gli infermieri e i medici di pronto soccorso o terapia intensiva, variava dall'11% al 27% dei partecipanti, e i dati raccolti suggerivano che all'interno di tale categoria il rischio di ictus tra i maschi è del 22% più elevato rispetto a quello osservato in coloro che svolgono lavori a bassa componente stressogena. Viceversa, le donne con attività a elevato coinvolgimento psicologico hanno un rischio di ictus del 33% maggiore delle coetanee con lavori meno stressanti. «Sulla base di questi risultati è ragionevole considerare come potenzialmente preventive e di impatto sulla salute pubblica le strategie volte ad aumentare il controllo sul proprio lavoro, come il decentramento del processo decisionale e la flessibilità nello svolgimento dell'attività, come nel caso del telelavoro» commenta in un editorialeJennifer Majersikdell'Università dello Utah a Salt Lake City e membro della American Academy of Neurology.

Neurology 2015. doi: 10.1212/WNL.0000000000002098
http://neurology.org/lookup/doi/10.1212/WNL.0000000000002098

Neurology 2015. doi: 10.1212/ WNL.0000000000002107
http://neurology.org/lookup/doi/10.1212/WNL.0000000000002107

Fonte: doctornews33

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