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Le ricerche di Gerona 2005

(10-04-13) Alimenti senza glutine: in farmacia sono cari come gioielli


Il cibo senza glutine continua ad essere un lusso: la differenza di prezzo con pane, pasta e farina tradizionali ? enorme. Nei supermercati per? si riesce a risparmiare qualcosa, almeno rispetto alla farmacia

C?? chi li compra perch? pensa che siano pi? salutari o che facciano dimagrire. Al di l? di queste credenze, prive di conferme, c?? chi non ha scelta e deve acquistarli per forza. Gli alimenti senza glutine sono la cura per i 136.000 italiani celiaci, intolleranti alla proteina presente nel frumento, nella segale e nell?orzo. Una ?cura? ormai nota e prodotta da molte aziende ma ancora proposta a prezzi da capogiro. In cambio di quale qualit?? ? questa la domanda che si ? fatta il settimanale il Salvagente nel numero in edicola da gioved? 28 marzo per un viaggio nel mondo degli alimenti per celiaci, condotto confrontando gli ingredienti di 18 confezioni acquistate nei supermercati, nei negozi biologici e nelle farmacie, nelle quali transita il 70% dei 240 milioni di euro spesi ogni anno per acquistare i prodotti senza glutine.

Fidarsi non basta. Per questa categoria di alimenti dietetici l?assenza di glutine ? il primo parametro di qualit?. Le aziende devono garantirlo, ma la fiducia non basta. Ai controlli interni alla filiera di produzione si sommano quelli condotti dall?Associazione italiana celiachia, Aic, nata nel 1979 da un gruppo di genitori di celiaci. Ogni anno, l?Aic campiona 300-400 prodotti e li analizza. La soglia limite alla contaminazione ? di 20 ppm (parti per milione) di glutine. E raramente capita di vederla superata. ?Sulla produzione industriale si pu? stare tranquilli?, dice al Salvagente Susanna Neuhold, responsabile della sicurezza degli alimenti in Aic. ?Il problema ? la ristorazione, dove non mancano errori grossolani?. Tolto di mezzo il glutine restano gli altri ingredienti. E proprio quelli sono finiti nel mirino della comparazione del settimanale.

Montagne russe. Come per i prodotti convenzionali, il confronto vaglia la quantit? e la qualit? dei grassi, il tenore di sodio, di fibre e di proteine, che in questa categoria di alimenti sono spesso aggiunte per sopperire all?assenza di glutine. Il risultato ? da montagne russe, guardando i prezzi: emergono prodotti ben fatti in ogni canale di vendita. Con listini che, spesso, sembrano davvero aver poco a che fare con la scelta degli ingredienti. Lo scarto tra i prezzi dei prodotti convenzionali e quelli dei dietetici dedicati ai celiaci, osservano infatti dal Salvagente, ? enorme. E non solo tra i prodotti esaminati dalla rivista dei consumatori. In una comparazione dei prezzi calcolata dall?Associazione italiana celiachia emerge che pasta, pane, biscotti e farina, vale a dire gli alimenti che il celiaco ? costretto ad acquistare nella versione dedicata, senza glutine, costano fino a 10 volte pi? di quelli ordinari.

A spingere all?ins? i listini ? il canale farmaceutico. In dettaglio, per un chilo di farina - che nella versione convenzionale costa in media 0,72 euro - il celiaco spende 7,08 euro in farmacia e 3,96 al supermercato. Pi? del quadruplo costano invece i frollini senza glutine: rispetto ai 4,19 euro dei convenzionali, in farmacia servono 17,31 euro e nella Gdo 10,31. Enorme la forbice sul pane: ai 2,65 euro richiesti in media per un chilo di rosette convenzionali corrispondono 13,69 euro in farmacia e 10,20 nella Gdo per i panini senza glutine. Distorsione simile si osserva per la pasta: se quella normale costa in media 1,69 euro al chilo, quella senza glutine spilla ben 8,32 euro in farmacia e 4,86 euro al supermercato.

Fonte: Www.repubblica.it


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