(26-04-13) Lo studio: l'Alzheimer costa più del cancro e dell'infarto
Un malato di Alzheimer costa più di un infartuato o di un paziente oncologico.
È quanto ha dimostrato uno studio condotto da Michael D. Hurd del RAND Center
for the Study of Ageing di Santa Monica
Un malato di Alzheimer costa più di un infartuato o di un paziente oncologico.
È quanto ha dimostrato uno studio condotto da Michael D. Hurd del RAND Center
for the Study of Ageing di Santa Monica. L'analisi - che ha coinvolto un
sottogruppo di circa 856 anziani con diagnosi di demenza facenti parti di uno
studio osservazionale più ampio, di circa 11.000 soggetti – ha calcolato i
costi sulla base del sistema assistenziale statunitense, ma fornisce
indicazioni interessanti anche per l'Italia. Nel computo sono entrati i costi
della valutazione neuropsicologica iniziale (circa 3-4 ore di test
diagnostici), degli eventuali esami strumentali, dell'assistenza medica e
infermieristica, del costo dei farmaci (pagati dal paziente o dalle
assicurazioni come Medicaid) e anche quelli dell'assistenza informale dei
caregiver, calcolati sulla base di quanto costerebbe un intervento analogo
fornito da personale a pagamento. «Ogni paziente viene a costare circa 56.000
dollari l'anno» spiega Hurd. «Calcolando una prevalenza di demenza pari al 15%
circa della popolazione ultrasettantenne, significa una spesa annua, nel 2010,
compresa tra 157 e 216 milioni di euro, a seconda che si incorporino o meno i
costi indiretti legati all'assistenza». Nello stesso anno, il costo
strettamente sanitario per l'assistenza agli infartuati è stato pari a 102
milioni di dollari e a 77 milioni per i pazienti oncologici. La maggior parte
della spesa non è legata alle terapie mediche o all'assistenza specializzata,
bensì alla gestione quotidiana. «Si tratta spesso di costi nascosti, pagati dai
caregiver di tasca propria oppure con assenze dal lavoro o rinuncia allo
stesso, con grave danno per la collettività» spiega Hurd, che sottolinea anche
la riduzione dei costi assistenziali quando la terapia medica e farmacologica è
ben calibrata, specie per quel che riguarda i farmaci in grado di agire sul
comportamento, come gli antipsicotici. «Abbiamo calcolato i costi economici ma
non abbiamo potuto conteggiare quelli emotivi, che sono enormi» continua
l'esperto. Lo studio è frutto di un nuovo progetto governativo statunitense, il
National Alzheimer's Project Act che, anche grazie a una legge ad hoc varata
nel 2011, si propone di investire nella ricerca di nuovi trattamenti ma anche
di implementare l'assistenza specialistica sul territorio, al fine di ridurre
anche i costi indiretti. «Senza una strategia precisa andiamo verso la
catastrofe» ribadisce Hurd «dal momento che il numero dei malati di Alzheimer è
destinato a raddoppiare da qui al 2040».
Fonti:
New England Journal of Medicine april 4, 2013;368:14 (DOI: 10.1056
/NEJMsa1204629)
doctornews33
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