(28-04-13) Con melatonina bassa, aumenta rischio di diabete di tipo 2
Una ridotta secrezione di melatonina è associata a un aumentato rischio di
sviluppare il diabete di tipo 2. Ecco la conclusione di uno studio portato
avanti da alcuni ricercatori del Dipartimento di medicina del Brigham and women’
s hospital di Boston, Massachusetts
Ormone con effetti pleiotropici
La melatonina, secreta dalla ghiandola pineale seguendo i ritmi circadiani, è
un ormone dagli effetti pleiotropici, con ruoli nella regolazione del peso
corporeo e del metabolismo energetico. La presenza di suoi recettori nelle
isole pancreatiche ne suggerisce un coinvolgimento nella regolazione dei
livelli di glucosio. Inoltre, diverse sono le evidenze che indicano come una
ridotta secrezione o un diminuito signaling della melatonina possano alterare
la sensibilità all’insulina e causare diabete di tipo 2. «Studi sugli animali
hanno mostrato che la mancanza di un recettore funzionale per la melatonina
produce insulinoresistenza e diabete tipo 2, mentre l’assunzione di melatonina
è risultata protettiva in ratti predisposti a sviluppare diabete» spiega il
primo autore del lavoro, Ciaran McMullan, il quale sottolinea anche come studi
Gwas (genome-wide association studies) abbiano correlato alcuni polimorfismi
del gene umano per il recettore 1B della melatonina (Mtnr1b) a elevati livelli
di emoglobina glicata e di glucosio a digiuno, oltre che a un aumento dell’
incidenza di diabete gestazionale e di tipo 2. Per chiarire il legame tra
secrezione di melatonina e incidenza di diabete nell’uomo, i ricercatori hanno
condotto uno studio caso-controllo, su una coorte di soggetti arruolati nel
Nurses’ health study.
Servono studi su sonno e integratori
Tra le partecipanti, che non avevano diabete all’inizio dello studio e che
avevano fornito campioni di sangue e urina nel 2000, sono state identificate
370 donne che hanno sviluppato diabete tipo 2 tra il 2000 e il 2012, e altre
370 che sono state usate come controllo. Misurando il rapporto tra 6-
sulfatossimelatonina e creatinina, e utilizzando analisi statistiche che hanno
tenuto conto di fattori come caratteristiche demografiche, stile di vita,
misure della qualità del sonno e biomarker di infiammazione o disfunzione
endoteliale, i ricercatori hanno trovato che i soggetti con un rapporto
sulfatossimelatonina/creatinina più basso erano più rappresentati tra coloro
che avevano sviluppato diabete, mentre i rapporti più alti si trovavano tra i
controlli. Inoltre la sensibilità all’insulina era maggiore tra le donne con
rapporto elevato. «I soggetti con i rapporti di sulfatossimelatonina/creatinina
più bassi avevano un rischio di sviluppare diabete di tipo 2 circa 2,2 volte
maggiore rispetto ai soggetti che avevano i rapporti più alti, con un tasso di
incidenza di 9,27 casi per 1.000 persone anno rispetto ai 4,27 per 1.000
persone anno rispettivamente» spiega McMullan. «Da questi dati e considerate le
evidenze presenti in letteratura, possiamo ipotizzare un ruolo causale della
melatonina nella ridotta secrezione di insulina e nell’aumentato rischio di
diabete. Ulteriori studi sono necessari per stabilire se aumentare i livelli di
melatonina – attraverso più ore di sonno o mediante integrazione esogena –
possa aumentare la sensibilità all’insulina e diminuire l’incidenza di diabete
tipo 2» conclude l’esperto.
Fonti:
JAMA. 2013;309(13):1388-1396
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