(02-05-13) Mortalità infantile in Europa: vince il modello svedese
Ogni anno in Gran Bretagna muoiono per cause prevenibili 2.000 bambini in più
rispetto alla Svezia: lo rivela uno studio diretto da Martin McKee, ricercatore
della London School of hygiene and tropical medicine, pubblicato su Lancet
Ogni anno in Gran Bretagna muoiono per cause prevenibili 2.000 bambini in più
rispetto alla Svezia: lo rivela uno studio diretto da Martin McKee, ricercatore
della London School of hygiene and tropical medicine, pubblicato su Lancet. «Le
due migliaia di morti in più riguardano bambini sotto i 14 anni» spiega McKee,
sottolineando che una maggiore integrazione dell’assistenza sanitaria e una
migliore politica sociale potrebbero aumentare il numero dei giovanissimi che
ogni anno possono essere salvati in Gran Bretagna. Per arrivare a queste
conclusioni i ricercatori britannici hanno confrontato i dati di mortalità
infantile raccolti l’anno scorso dall'Organizzazione mondiale della sanità in
15 nazioni europee. E la Gran Bretagna è risultata la peggiore della lista, con
2.000 decessi in più rispetto alla Svezia capolista. Il secondo peggior posto
spetta alla Francia, con 962 decessi in più rispetto ai numeri svedesi, meno
della metà del dato di oltremanica. Ma non finisce qui: aggiustando i dati
sulle dimensioni dei paesi membri, la Gran Bretagna resta tra i peggiori, con
47,73 morti ogni 100.000 bambini l’anno. «Il Regno Unito è secondo solo al
Belgio che ha una mortalità annuale del 47,77 per 100.000 bambini. Viceversa,
la Svezia è ancora prima con 29 morti per 100.000» sottolinea McKee. Ma perché
nel Regno Unito muoiono più bambini? Tra i motivi, la scarsa cooperazione tra
organizzazioni governative: il Ministero della pubblica istruzione ha avviato
un programma rivolto ai bambini con bisogni sociali ed educativi complessi,
senza però ricevere supporto dal Servizio sanitario nazionale. Quest’ultimo
peraltro incentiva i generalisti a trattare le malattie croniche dell’adulto,
ma considera poco i bambini. Un’altra differenza è la formazione: i medici
svedesi vengono formati per 3 mesi in pediatria dopo la laurea, mentre i
colleghi britannici non ricevono formazione specifica. Infine, le condizioni
socio-economiche: in Svezia l’1,3% dei bambini vive in condizioni disagiate,
mentre in Portogallo il 27,4% fa a malapena due pasti al giorno. Osserva McKee:
«Se i politici europei portassero i loro paesi al livello svedese, si
risparmierebbero 6.000 morti infantili l’anno». Ed è un obiettivo
raggiungibile: molti aspetti della salute dei bambini dipendono dalle politiche
di governo, che influenzano la distribuzione delle risorse, l'occupazione,
l'alloggio, l'istruzione e l'assistenza sanitaria.
Fonti:
The Lancet, Early Online Publication, 27 March 2013
doctornews33
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