(03-05-13) Antibiotici, cresce la paura per le resistenze
Dalla fine degli anni '80 non vengono prodotte nuove classi di antibiotici e
sono pochi quelli allo studio delle aziende farmaceutiche. L'allarme non è
nuovo ma è stato riportato alla ribalta dagli esperti del Chief Official
Medical britannico che sottolineano come la «resistenza è una potenziale
minaccia nei moderni sistemi sanitari» e come i rischi dovuti al fenomeno della
resistenza salgano in fase post-operatoria. Un esempio eclatante per
comprendere l'importanza degli antibiotici è quello dei pazienti sottoposti a
impianto di protesi all'anca che, dallo 0,5 al 2% dei casi vanno incontro a
infezioni post-operatorie, che salirebbero al 40-50% dei casi in assenza di
un'adeguata terapia antibiotica. Di questi circa il 30% andrebbe incontro a
rischi seri per la vita.
Il fenomeno della resistenza, descritto in toni apocalittici dagli esperti
britannici, non è nuovo, spiega il direttore di Infettivologia dell'ospedale di
Vicenza Giampiero Pellizzer: «Prendiamo lo stafilococco aureo che ha
manifestato resistenze crescenti, prima nei confronti della penicillina e,
successivamente negli anni '70, anche della meticillina. E' una storia che si
ripete: ogni volta che vengono introdotte nuove molecole, i germi si difendono
costruendo una resistenza, in poche ore o in qualche anno». Per far fronte a
questa minaccia, oltre a gruppi multidisciplinari di esperti predisposti dai
vari Paesi, rimane l'arma del rispetto del protocollo terapeutico: un ciclo
incompleto mette in allarme i germi resistenti che si potrebbero risvegliare al
successivo trattamento.
Fonte: edott.it
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