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Le ricerche di Gerona 2005

(08-05-13) Bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza sono associati a condizioni come diabete gestazionale e preeclampsia


Bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza sono associati a condizioni come diabete gestazionale e preeclampsia nelle madri, e ridotto peso nei neonati

Bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza sono associati a condizioni
come diabete gestazionale e preeclampsia nelle madri, e ridotto peso nei
neonati. Lo suggerisce uno studio canadese svolto presso l’Università di
Calgary, nell’Alberta, e appena pubblicato sul British medical journal. Negli
ultimi anni diversi studi osservazionali hanno trovato una correlazione tra
insufficienza di 25-idrossivitamina D (25-Ohd) e un aumentato rischio di andare
incontro a problemi gestazionali come infezioni, diabete, preeclampsia, ridotta
crescita fetale e necessità di taglio cesareo. Tuttavia, data l’eterogeneità
degli studi e la presenza di due sole revisioni, l’importanza e le implicazioni
cliniche di questa correlazione rimangono piuttosto limitate. Perciò i
ricercatori canadesi hanno svolto una revisione sistematica e una metanalisi
dei 3.357 studi effettuati sull’argomento dal 1966 al 2012. Nei 31 studi
selezionati sono state esaminate circa 22.000 donne. «Tra tutte le condizioni
patologiche analizzate, abbiamo determinato che preeclampsia e diabete
gestazionale hanno una relazione inversa con i livelli sierici di 25-Ohd »
afferma Fariba Aghajafari, prima firmataria del lavoro. Inoltre, quando la
vitamina D è insufficiente, le donne corrono un maggiore rischio di vaginosi
batteriche, oltre che dare alla luce neonati sottopeso a causa di una minore
crescita intrauterina. Non è stato invece confermato un aumento della frequenza
di tagli cesarei quando la vitamina D era bassa. «Questi risultati sono
preoccupanti considerata la recente dimostrazione che le carenze di vitamina D
sono molto comuni durante la gravidanza soprattutto tra le vegetariane, tra le
donne con una bassa esposizione alla luce solare e nelle minoranze con pelle
scura» commenta Aghajafari. «Il nostro studio, insieme a un recente trial che
ha individuato nell’integrazione giornaliera di vitamina D un effetto
protettivo rispetto al basso peso neonatale, rappresenta il punto di partenza
per creare raccomandazioni per supplementare la vitamina D durante la
gravidanza» conclude l’esperta. Occorreranno comunque grandi trial controllati
randomizzati per capire se le strategie per ottimizzare i livelli materni di 25-
Ohd siano davvero efficaci nel migliorare la gravidanza e le condizioni del
nascituro.

Fonti:
BMJ 2013;346:f1169
doctornews33

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