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Le ricerche di Gerona 2005

(13-05-13) Esercizio fisico contro l’Alzheimer




L’esercizio fisico ha effetti benefici sui pazienti con Alzheimer (Ad), senza
aumentare i costi sanitari e sociali e senza effetti collaterali significativi

L’esercizio fisico ha effetti benefici sui pazienti con Alzheimer (Ad), senza
aumentare i costi sanitari e sociali e senza effetti collaterali significativi.
Sono queste le conclusioni di Finalex, (Finnish Alzheimer disease exercise
trial), un trial randomizzato, controllato, multicentrico e prospettico che ha
indagato gli effetti della riabilitazione domiciliare nei pazienti con demenza
di Alzheimer, da poco pubblicate su Jama internal medicine. «Il declino
cognitivo e il deterioramento funzionale sono le caratteristiche principali
dell’Ad, la più comune malattia che porta alla demenza. L'avanzare della
malattia provoca un deficit funzionale con disabilità progressiva che conduce
spesso all’istituzionalizzazione permanente del malato» spiega Timo Strandberg,
geriatra dell’ospedale universitario di Helsinki e coordinatore dello studio.
Le principali cause di disabilità sono la rigidità articolare e la riduzione di
mobilità, con progressiva perdita di peso e sarcopenia, mentre con l’avanzare
della demenza si moltiplica il rischio di cadute. «Negli ultimi decenni la
ricerca farmacologica non ha portato a grandi scoperte, mentre quella sulle
terapie non farmacologiche ha permesso di sviluppare trattamenti che migliorano
la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie» riprende Strandberg,
sottolineando che numerosi studi hanno dimostrato i benefici dell'esercizio
fisico sugli anziani, ma pochi ne hanno studiato gli effetti sui pazienti con
demenza. «L’obiettivo del nostro studio era proprio quello di studiare gli
effetti dell’esercizio a lungo termine sulla mobilità dei pazienti con Ad,
esplorandone le ripercussioni su uso e costi dei servizi sanitari e sociali»
dice il geriatra finlandese, che con i colleghi ha esaminato 210 pazienti con
Ad che vivevano a casa propria assistiti dalla moglie, suddividendoli in 3
sottogruppi: esercizi di gruppo in ospedale, esercizi individuali a domicilio,
e controlli, ossia pazienti che ricevevano le cure standard senza esercizio
fisico. «Tutti i gruppi hanno mostrato un deterioramento funzionale durante i
12 mesi di follow up, ma questo è stato più rapido nel gruppo di controllo e
più lento nei pazienti in attività fisica» puntualizza Strandberg. Stessa cosa
si è registrata per i costi, che sono stati inferiori per i soggetti che
facevano esercizio rispetto a quelli di controllo. Conclude il geriatra: «L’
attività fisica domiciliare rallenta il declino dell’Alzheimer, senza per
questo aumentare i costi sociali e sanitari».

Fonti:
JAMA Intern Med. Published online April 15, 2013
doctornews33

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