(25-05-13) Ictus, non più solo patologia della terza età
200.000 casi ogni anno in Italia. L'ictus cerebrale rimane una minaccia che
deve essere combattuta con le armi della prevenzione e soprattutto della
diagnosi precoce, per limitare i danni di una lesione che può risultare mortale
o lasciare esiti altamente invalidanti. A ricordare le cifre e l'importanza di
una maggior attenzione a questa "epidemia" non infettiva è Alice (Associazione
per la Lotta all'ictus cerebrale) che ricorda come innanzitutto siano ancora
molto limitate le strutture specificamente dedicate alla cura immediata della
patologia. Le Stroke Units, infatti, sarebbero in tutta Italia solo 160 e sono
concentrate soprattutto nel settentrione del Paese. Come se non bastasse,
secondo una ricerca effettuata nell'area di Roma, solo il 17 per cento dei
cittadini che chiama il 118 per un sospetto ictus riesce ad avere accesso a
queste strutture dedicate. Ma il tempo, come avviene per l'infarto, è il
fattore fondamentale per limitare i danni della lesione. In caso di ictus
ischemico, infatti entro 4-5 ore dall'inizio dei sintomi si ottengono i
maggiori successi con il trattamento trombolitico effettuato in una Stroke
Unit. Tra i fattori che più allarmano, infine, c'è l'abbassamento dell'età di
comparsa della lesione. Secondo uno studio apparso su Neurologo, infatti,
l'ictus sarebbe in aumento tra i giovani: nell'arco di vent'anni è aumentata
dal 13 al 19 per cento la popolazione colpita dalla lesione di età compresa tra
i 20 e i 54 anni.
Fonte: edott.it
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