(03-06-13) Esercizio fisico contro l’Alzheimer
L’esercizio fisico ha effetti benefici sui pazienti con Alzheimer (Ad), senza aumentare i costi sanitari e sociali e senza effetti collaterali significativi. Sono queste le conclusioni di Finalex, (Finnish Alzheimer disease exercise trial), un trial randomizzato, controllato, multicentrico e prospettico che ha indagato gli effetti della riabilitazione domiciliare nei pazienti con demenza di Alzheimer, da poco pubblicate su Jama internal medicine. «Il declino cognitivo e il deterioramento funzionale sono le caratteristiche principali dell’Ad, la più comune malattia che porta alla demenza. L'avanzare della malattia provoca un deficit funzionale con disabilità progressiva che conduce spesso all’istituzionalizzazione permanente del malato» spiega Timo Strandberg, geriatra dell’ospedale universitario di Helsinki e coordinatore dello studio. Le principali cause di disabilità sono la rigidità articolare e la riduzione di mobilità, con progressiva perdita di peso e sarcopenia, mentre con l’avanzare della demenza si moltiplica il rischio di cadute. «Negli ultimi decenni la ricerca farmacologica non ha portato a grandi scoperte, mentre quella sulle terapie non farmacologiche ha permesso di sviluppare trattamenti che migliorano la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie» riprende Strandberg, sottolineando che numerosi studi hanno dimostrato i benefici dell'esercizio fisico sugli anziani, ma pochi ne hanno studiato gli effetti sui pazienti con demenza. «L’obiettivo del nostro studio era proprio quello di studiare gli effetti dell’esercizio a lungo termine sulla mobilità dei pazienti con Ad, esplorandone le ripercussioni su uso e costi dei servizi sanitari e sociali» dice il geriatra finlandese, che con i colleghi ha esaminato 210 pazienti con Ad che vivevano a casa propria assistiti dalla moglie, suddividendoli in 3 sottogruppi: esercizi di gruppo in ospedale, esercizi individuali a domicilio, e controlli, ossia pazienti che ricevevano le cure standard senza esercizio fisico. «Tutti i gruppi hanno mostrato un deterioramento funzionale durante i 12 mesi di follow up, ma questo è stato più rapido nel gruppo di controllo e più lento nei pazienti in attività fisica» puntualizza Strandberg. Stessa cosa si è registrata per i costi, che sono stati inferiori per i soggetti che facevano esercizio rispetto a quelli di controllo. Conclude il geriatra: «L’attività fisica domiciliare rallenta il declino dell’Alzheimer, senza per questo aumentare i costi sociali e sanitari».
Fonti:
JAMA Intern Med. Published online April 15, 2013
teamsalute.it
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