(05-06-13) Ascoltare il paziente per curarne meglio il cuore
Misurare lo stato di salute riferito dal paziente. Ai lettori sembrerà un’abitudine così radicata nella quotidiana pratica clinica da non meritare ulteriori attenzioni. E invece no: l’argomento è addirittura l’oggetto di un documento dell’Aha, l’American heart association, redatto da una commissione composta dagli esperti di importanti gruppi di studio: il Council on quality of care and outcomes research, il Council on cardiovascular and stroke nursing, il Council on epidemiology and prevention, il Council on peripheral vascular disease, e, infine, lo Stroke council. «Tanta attenzione deriva dall’obiettivo strategico che l’AHA si è posta per il 2020: migliorare del 20 per cento la salute cardiovascolare di tutti gli americani, e ridurre di altrettanto i decessi da ictus e malattie cardiovascolari» spiega John Rumsfeld, professore di medicina presso l’Università del Colorado a Denver, e primo firmatario del documento, pubblicato su Circulation. «Lo stato di salute riferito dal paziente è un importante indicatore del benessere cardiovascolare, che comprende 3 aree di interesse, dette anche domini: i sintomi, lo stato funzionale, e la qualità della vita» riprende il ricercatore. Ma non solo: lo stato di salute del paziente è anche un rilevante fattore prognostico predittivo della mortalità, degli eventi cardiovascolari, delle ospedalizzazione e dei costi delle cure. E come tale, la sua misura con metodi obiettivi e scientificamente validati è fondamentale sia come fattore di rischio sia come indicatore di prognosi. «Nel corso del tempo diversi metodi di indagine sullo stato di salute cardiovascolare riferito dai pazienti sono stati sviluppati e utilizzati con successo in studi clinici e osservazionali» sottolinea Rumsfeld. Eppure questi test restano sottoutilizzati, pur potendo guidare non solo le decisioni cliniche sul paziente, ma anche l’allocazione di risorse sanitarie, migliorando la sorveglianza epidemiologica cardiovascolare. Ma a tutt’oggi, nonostante le enormi potenzialità, poco è stato fatto in questo senso. «Ecco perché l’AHA ha pubblicato questo documento, in cui viene fornita una panoramica dei modi per misurare lo stato di salute riferito dal paziente e vengono descritte le direzioni future della ricerca in questo campo» conclude Rumsfeld.
Source: Circulation. 2013;127:00-00
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