(12-06-13) L’organismo a digiuno
Il digiuno ingrassa: quando fanno la spesa i clienti affamati non comprano
cibo, ma più calorie. Ecco il titolo, piuttosto esplicativo, di una lettera
pubblicata su Jama internal medicine da Brian Wansink e Aner Tal, ricercatori
della Cornell university di Ithaca, stato di New York
Il digiuno ingrassa: quando fanno la spesa i clienti affamati non comprano
cibo, ma più calorie. Ecco il titolo, piuttosto esplicativo, di una lettera
pubblicata su Jama internal medicine da Brian Wansink e Aner Tal, ricercatori
della Cornell university di Ithaca, stato di New York. «Il digiuno,
intenzionale o meno, è un fenomeno comune» esordisce Wansink. «Può essere auto
imposto, come nelle diete estreme o nei digiuni religiosi. Può essere ordinato
dal medico, per esempio prima di un’operazione. In casi estremi, può essere del
tutto involontario, come nelle calamità naturali, o in condizioni di povertà».
La privazione di cibo modifica la quantità di alimenti acquistati o consumati,
ma influenza anche le scelte alimentari? In altre parole: la gente che mangia
di meno fa una normale spesa al supermercato o preferisce gli acquisti calorici
a quelli con meno calorie? «La domanda può sembrare assurda, ma esistono
fondati motivi per porsela» osserva il ricercatore della Cornell. «E’ stato
dimostrato che il digiuno aumenta la reattività del cervello a certi cibi
rispetto ad altri. In particolare, i digiunanti cui venivano mostrati alimenti
calorici mostravano una maggiore attivazione delle aree cerebrali associate al
concetto di premio: lo striato ventrale, l’amigdala, l’insula anteriore, quella
mediale e la corteccia frontale e laterale. Ne consegue che se la privazione di
cibo aumenta l’attrazione per agli alimenti calorici, può anche darsi che chi
digiuna, magari solo per brevi periodi, li preferisca nei suoi acquisti
alimentari. E questo coinvolgerebbe una gran massa di persone che, per gli
orari di lavoro serrati, saltano spesso un pasto. Per chiarire l’argomento
Wansink e il collega hanno imposto brevi digiuni a 68 persone, volontari
pagati, chiedendo poi di fare acquisti in un supermercato virtuale. I due
ricercatori hanno anche monitorato gli acquisti di altri 82 partecipanti in
momenti della giornata in cui era probabile fossero sazi oppure affamati. E,
sorpresa, in entrambi i bracci dello studio i partecipanti compravano più
alimenti calorici quando avevano fame. «Anche una breve privazione alimentare
può influenzare le scelte alimentari aumentando l’introito calorico, e data la
quantità di persone che digiuna a breve termine, questo ha importanti
implicazioni per la salute» concludono i ricercatori.
Fonti:
Jama Internal Medicine 2013;173(8):1-2
doctornews33
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