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Le ricerche di Gerona 2005

(19-06-13) Nell'intestino batterio 'dietologo', in topi taglia peso e diabete



(Adnkronos Salute) - Si chiama Akkermansia muciniphila, è soltanto un microbo
ma potrebbe rivelarsi un alleato nella guerra ai chili di troppo e al diabete.
A scoprire il batterio 'dietologo', uno solo sperduto tra le migliaia di germi
buoni che abitano nell'intestino, sono stati Patrice Cani e colleghi
dell'università cattolica di Lovanio in Belgio, che in uno studio pubblicato su
'Pnas' mettono nero su bianco "la prima dimostrazione che esiste un legame
diretto fra una particolare specie batterica e un metabolismo migliore", spiega
Cani. Somministrato ai topi, il microrganismo ha 'tagliato' obesità e rischio
di diabete di tipo 2. Proprietà che in futuro andranno confermate sull'uomo.

E' stato calcolato che, nel corpo umano, i batteri sono 10 volte più numerosi
delle cellule che compongono l'organismo. Cellule e batteri lavorano in
sinergia, e sono sempre di più le prove scientifiche di quanto il cosiddetto
'microbioma' (l'insieme di microrganismi che popolano un organismo) sia
importante per la salute. Studi precedenti, ad esempio, hanno mostrato
differenze di flora batterica tra le persone magre e quelle sovrappeso. Il team
belga si è concentrato su un unico batterio, l'Akkermansia muciniphila appunto,
che rappresenta appena il 3-5% del totale microrganismi intestinali, ma i cui
livelli crollano in caso di obesità.

Nell'esperimento, topi allevati seguendo una dieta che li aveva resi 3-4 volte
più grassi del normale, sono stati nutriti con 'brodino' di batteri. Risultato:
pur restando più voluminosi dei topi magri, hanno perso circa la metà dei loro
chili extra anche senza cambiare alimentazione. Inoltre si è ridotta la
condizione di insulino-dipendenza, anticamera del diabete adulto. "Ovviamente i
topi non sono completamente guariti dall'obesità - precisa Cani, sentito dalla
Bbc - però hanno ottenuto una notevole riduzione delle massa grassa". Un
effetto "sorprendente", aggiunge l'autore, considerando che è stato possibile
somministrando uno solo dei tantissimi germi che vivono nell'intestino.

Nei topi la cura al batterio ha anche aumentato lo spessore della parete
intestinale, e ha modificato i segnali chimici inviati dal tratto digestivo.
Ciò ha quindi influito sull'assorbimento dei nutrienti dall'intestino al
sangue. Risultati simili si sono ottenuti aggiungendo alla dieta un tipo di
fibra, che produceva un aumento dei livelli di Akkermansia muciniphila.

Secondo Cani, lo studio rappresenta un "primo passo" verso "l'eventualità di
poter utilizzare questi batteri nella prevenzione o nel trattamento
dell'obesità e del diabete di tipo 2". Uno scenario forse possibile "in un
prossimo futuro".

Meno ottimisti altri esperti. Colin Hill, microbiologo dell'University College
Cork (Gb), considera lo studio "entusiasmante". Tuttavia osserva che, pur
essendo stati suggeriti numerosi legami fra batteri intestinali e sovrappeso,
questa è la prima volta che un intervento diretto sembra funzionare. "Non penso
sia possibile - dice lo specialista - potersi abbuffare per tutto il giorno di
torte alla crema, patatine e salsicce, e poi cancellare tutto mangiando dei
batteri". E' molto più probabile, dunque, che la ricerca dell'équipe belga
possa aprire la strada a una migliore comprensione di quello che succede
nell'intestino quando mangiamo, e permettere così di arrivare a indicazioni
dietetiche tagliate su misura per ogni persona che cerca di perdere peso.


Fonte: univadis.it


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