(17-07-13) Trapianto di microbiota, una realtà anche in Italia
Un gruppo di ricerca dell'Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma ha eseguito con successo il primo trapianto di microbiota (flora batterica intestinale) da un soggetto sano a un paziente con una forma incurabile di diarrea perché resistente agli antibiotici. Il trapianto, primo nel Lazio, secondo in Italia, segna l'avvio di un nuovo importante progetto di ricerca che prevede l'utilizzo di flora batterica sana come nuova frontiera terapeutica contro varie malattie tra cui anche obesità e diabete. Il "microbiota", o flora batterica intestinale, è la miriade di batteri buoni che vive in simbiosi con noi e aiuta i processi digestivi. In ognuno di noi si sviluppa nei primi 2-3 anni di vita e recenti studi hanno dimostrato che ogni individuo ha una flora batterica diversa dagli altri, un po' come il Dna. Spesso la flora batterica intestinale può alterarsi a causa di una dieta errata o per un'infezione batterica che prende il sopravvento (come nel caso del Clostridium difficile, un batterio che produce una tossina e causa colite severa e diarrea profusa). Il trapianto della flora da un donatore sano ha l'intento, quindi, di ristabilire una flora batterica "sana" anche se "non sappiamo per quanto tempo questa flora possa colonizzare il ricevente", precisa Antonio Gasbarrini, responsabile della Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gastroenterologia". Il trapianto è stato effettuato su un paziente con diarrea da Clostridium difficile resistente agli antibiotici. Il donatore era un parente di primo grado in buone condizioni generali. Tutta la procedura ha seguito le regole di sicurezza e buona pratica clinica approvate dal Comitato etico del Gemelli. La flora batterica intestinale si recupera da un campione fecale del ricevente. Una volta purificata con avanzate tecniche di microbiologia, si può trasferire attraverso il sondino per la colonscopia. Altri pazienti con diarrea da Clostridium difficile sono in attesa di ricevere trapianti nei prossimi giorni.
Fonte: edott.it
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