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Le ricerche di Gerona 2005

(08-08-13) Il sonno irregolare rallenta il cervello




Mettere a letto i bambini a orari regolari migliora la performance cognitiva, almeno secondo le conclusioni di uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology e Community Health. «Nei bambini gli stimoli ambientali durante la veglia portano a cambiamenti plastici nel cervello, e le attività metaboliche associate rendono necessario il sonno, che serve a smaltire l’attività cerebrale del giorno precedente e a prepararsi per apprendere nuove cose il giorno successivo» spiega Yvonne Kelly, ricercatrice del Department of Epidemiology and Public Health all’University College di Londra e primo autore dell’articolo. «L’importanza dei ritmi circadiani viene sconvolta se gli orari del riposo sono incostanti. La quantità di sonno necessaria varia da individuo a individuo e, nei bambini di 7 anni si stima che 10-11 ore su 24 siano sufficienti». Tuttavia, una serie di fattori sociali e ambientali, tra cui l'occupazione dei genitori e le routine familiari, può influenzare i ritmi del sonno limitando il riposo dei figli con possibili ripercussioni sullo sviluppo cerebrale.
La maggior parte dei precedenti studi è stata svolta su adulti e adolescenti, e pochi di essi hanno esaminato il riposo nei bambini in relazione alla performance cognitiva. Da qui il Millennium Cohort Study (Mcs) uno studio prospettico di coorte a livello nazionale longitudinale svolto sui bambini nati nel Regno Unito tra settembre 2000 e gennaio 2002. Gli 11.178 partecipanti sono stati visitati a domicilio a 9 mesi, 3, 5 e 7 anni, con domande alla famiglia su condizioni socio-economiche, caratteristiche demografiche e consuetudini giornaliere tra cui l’ora di dormire e l'ambiente psicosociale. All'età di 7 anni è stata fatta una valutazione cognitiva da intervistatori esperti. I bambini che andavano a letto a orari irregolari o dopo le 9 di sera, specie a partire dai 3 anni di età, venivano da ambienti socialmente svantaggiati e avevano punteggi più bassi su tutti gli aspetti cognitivi. «Ciò suggerisce che tre anni è un’età cruciale per lo sviluppo cerebrale e che, almeno da qui in poi, il ritmo sonno veglia va rispettato il più possibile per evitare ripercussioni sulla salute per tutta la vita» conclude Kelly.


Fonti: J Epidemiol Community Health 2013;0:1–6.

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