(27-08-13) Studio Aifa, in Italia la metà degli anziani assume da 5 a 9 farmaci al giorno
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Roma, 31 lug. (Adnkronos Salute) - In Italia la metà della popolazione anziana assume quotidianamente da 5 a 9 farmaci e l'11% si cura con più di 10 medicinali al giorno. In totale, quasi 7 milioni e mezzo di connazionali 'over 65' assumono 5 o più farmaci al giorno. E' quanto risulta da un'indagine sull'appropriatezza prescrittiva condotta dal Geriatrics Working Group dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), pubblicata oggi sul 'Journals of Gerontology Series A: Biomedical Sciences and Medical Sciences'. Lo studio è stato condotto analizzando i dati nell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali dell'Aifa, che raccoglie i dati di tutti i farmaci rimborsati dal Ssn, relativi all'intera popolazione italiana di 65 anni e oltre.
Da oltre 10 anni, i Rapporti Osmed indicano che oltre il 60% dei farmaci a carico del Ssn è utilizzato da persone anziane. Sulla base dei dati della letteratura e dei dati di utilizzo in Italia, l'Aifa si è posta l'obiettivo di quantificare l'ampiezza del fenomeno della politerapia e della qualità prescrittiva su tutta la popolazione anziana italiana (7,3 milioni di donne e 5,2 milioni di uomini per un totale di oltre 12 milioni di persone).
Ebbene, come conseguenza della politerapia, il livello di aderenza al trattamento dei pazienti anziani risulta problematico: quasi il 60% della popolazione ultra 65enne manifesta scarsa aderenza alle terapie contro depressione, ipertensione, diabete e osteoporosi. Altro dato importante riguarda l'uso concomitante di farmaci che possono provocare delle interazioni dannose e che, sebbene percentualmente basso (minore dell'1%), coinvolge un numero non irrilevante di pazienti: ad esempio, circa 100.000 pazienti anziani hanno ricevuto associazioni di farmaci che possono aumentare il rischio di sanguinamento; 36.000 anziani sono esposti a possibili rischi per assunzione di 2 o più farmaci aritmogenici, 22.000 a pericoli di sanguinamento per uso contemporaneo di 3 prodotti pro-emorragici e 85.000 sono a rischio di insufficienza renale per uso contemporaneo di 3 farmaci dannosi per i reni.
"La tutela della salute del paziente anziano attraverso il ricorso al farmaco - spiega Sergio Pecorelli, presidente dell'Aifa, che ha sollecitato lo studio - richiede particolare attenzione sia da parte del medico prescrittore che deve valutare l'opportuno bilanciamento tra i rischi e i benefici delle terapie, sia da parte della rete familiare e di assistenza che supportano l'anziano nel processo di cura favorendo la corretta assunzione dei medicinali. Non bisogna dimenticare che trattandosi di una popolazione fragile sia da un punto di vista clinico-metabolico che psicologico, non sempre il 'meglio è amico del bene' e l'appropriatezza prescrittiva riveste un ruolo determinante anche per evitare l'insorgenza di eventi negativi legati a scelte terapeutiche non mirate al paziente anziano. E questo è tanto più importante se si considera che mancano studi clinici volti a testare l'efficacia e/o la tollerabilità di più farmaci utilizzati contemporaneamente in soggetti anziani affetti da polipatologia. Ciò li espone maggiormente a rischi per la salute derivanti da politerapie, da interazioni tra farmaci o da errori terapeutici. Per questo l'Aifa ha voluto individuare i 13 indicatori, sui 74 presi in esame, oggetto di questa indagine che costituisce soltanto il primo passo di una serie di iniziative scientifiche, educative e comunicative volte a garantire sempre meglio la qualità della vita e la salute degli anziani".
"Negli anziani - fa notare Graziano Onder, geriatra del Centro di Medicina dell'invecchiamento dell'Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, primo autore della ricerca - la funzionalità renale è ridotta e la capacità dell'organismo di 'smaltire' i farmaci non è ottimale. Credo che mettere in pratica delle strategie per ridurre il numero di anziani in politerapia e migliorare l'uso dei farmaci possa rappresentare un intervento importante oltre che per eliminare l'incidenza di rischi prevenibili e migliorare la qualità di vita dell'anziano anche per ridurre i costi della spesa farmaceutica. Ciò deve rappresentare una priorità per la ricerca farmacologica per il futuro".
"I risultati - conclude Massimo Fini, direttore scientifico dell'Irccs San Raffaele Pisana - hanno dimostrato come comportamenti inappropriati siano molto frequenti, particolarmente per la sottoprescrizione di farmaci per terapie di lunga durata, ma anche per il rischio causato da combinazioni inadeguate di molecole. Una prescrizione indiscriminata non è la soluzione e diventa quindi prioritario fornire il medico di strumenti che lo aiutino ad utilizzare i farmaci nel modo più adeguato".
Fonte: ADNKronos Salute
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