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Le ricerche di Gerona 2005

(30-08-13) Obesità giovanile associata a cardiopatia adulta



Più a lungo dura l’obesità più è probabile lo sviluppo di una coronaropatia subclinica intorno ai cinquant’anni, almeno secondo alcuni dati del trial Cardia, Coronary Artery Risk Development in Young Adults, pubblicati su Jama. «L’aterosclerosi subclinica, identificata dalla presenza di calcificazioni dell'arteria coronarica (Cac), progredisce nel tempo e predice lo sviluppo di eventi coronarici. In generale, i fattori di rischio per la malattia coronarica sono simili a quelli per le calcificazioni: età avanzata, sesso maschile, ipertensione, diabete, fumo di sigaretta, e valori anormali di lipoproteine del colesterolo a bassa e alta densità. Un importante fattore di rischio per Cac è anche l’obesità generale e addominale, definito dall’indice di massa corporea e dalla misura del girovita» spiegaJared Reis, ricercatore della Divisione di scienze cardiovascolari delNational Heart, Lung, and Blood Institute a Bethesda, Maryland, e primo firmatario dell’articolo. Meno studiata, invece, è la durata dell'obesità come fattore di rischio per l'aterosclerosi coronarica. Con una diffusione triplicata negli ultimi 3 decenni tra adolescenti e giovani adulti l'obesità costituisce una vera e propria epidemia, con relativa esposizione prolungata all’adiposità eccessiva. E per verificare se nell’arco di 25 anni la durata dell’obesità nei giovani fosse legata alla presenza e progressione di Cac nella mezza età, i ricercatori hanno usato i dati di Cardia, uno trial longitudinale di coorte su giovani adulti dai 18 ai 30 anni reclutati a metà degli anni ottanta.
Tra gli oltre cinquemila partecipanti Reis e colleghi ne hanno selezionati 3.275 inizialmente non obesi, accertando la comparsa e la durata dell’obesità a distanza di 2, 5, 7, 10, 15, 20, e 25 anni dall'inizio dello studio. «Durante il follow-up, circa il 40% dei partecipanti è diventato obeso, e la presenza di Cac si è rivelata strettamente connessa alla sua durata. Per dirla in numeri, più del 38% dei partecipanti obesi da più di 20 anni avevano Cac rispetto al 25 per cento di coloro che non erano mai stati obesi» dice il ricercatore. E conclude: «Questi risultati suggeriscono che la durata dell’esposizione a un eccesso di adiposità potrebbe avere importanti ripercussioni future sull’aterosclerosi coronarica e, potenzialmente, sui tassi di malattie cardiovascolari».


Fonti:
Jama 2013;310(3):280-288.
doctornews33

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