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Le ricerche di Gerona 2005

(07-09-13) Familiarità aumenta il rischio di tumore in altre sedi






Avere una storia familiare di tumore tra parenti di primo grado non solo fa aumentare il rischio di sviluppare un tumore analogo, ma anche di sviluppare un altro tipo di tumore in altre parti del corpo. Lo dimostra uno studio condotto in Italia dall'Istituto “Mario Negri”, e in Svizzera, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology. I ricercatori, italiani, svizzeri e francesi, hanno analizzato i dati di 12.000 neoplasie, riguardanti 13 diversi tipi di tumore, diagnosticate tra il 1991 e il 2009. I casi sono poi stati confrontati con 11.000 individui non affetti da tumore. I risultati hanno confermato associazioni già note, come l'aumento del rischio di sviluppare un certo tumore in coloro che hanno un parente di primo grado con lo stesso tipo di tumore, o il rischio di tumore alla mammella aumentato una volta e mezza nelle donne con storia familiare di tumore del colon-retto. Hanno inoltre evidenziato un rischio di tumore del cavo orale e della faringe più che triplicato in coloro che hanno un parente di primo grado con diagnosi di tumore alla laringe, e anche un rischio di tumore dell'esofago quattro volte maggiore per coloro che hanno un parente di primo grado con diagnosi di tumore del cavo orale e della faringe. I risultati dello studio hanno anche mostrato che, se un parente stretto ha avuto diagnosi di tumore della mammella, i membri della famiglia di sesso femminile hanno un rischio di tumore dell'ovaio più che duplicato.
«I dati inoltre mostrano» dice l'epidemiologa Eva Negri «che se a un paziente viene diagnosticato un determinato tumore prima dei 60 anni, il rischio che un membro della famiglia sviluppi lo stesso tumore è ancora più elevato. Su costoro vanno concentrati i programmi di screening e diagnosi precoce». «Il punto di forza del nostro studio - aggiunge Federica Turati, primo autore del lavoro - è che siamo stati in grado di tener conto del ruolo di molti altri fattori, come il fumo e l'alcol, che possono influenzare il rischio di tumore».
«Alcune delle associazioni emerse» conclude l' epidemiologo Carlo La Vecchia «sono probabilmente dovute alla condivisione, all'interno della famiglia, di abitudini dannose, in particolare il fumo di sigaretta e l'alcol. Tuttavia, i risultati indicano l'esistenza di diverse sindromi genetiche associate al rischio di questi tumori. Ma chi è a rischio genetico e anche ambientale ha un'incidenza estremamente alta. È quindi prioritario che chi ha una storia familiare non fumi o smetta di fumare».


Fonti: doctornews33

Ann Oncol (2013) First published online: July 24, 2013


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