(23-09-13) La depressione da rientro, realtà o fantasia?
Per molti studiosi della psiche è solo un nemico che non esiste, tanto da non essere citato nei sacri testi della psichiatria. Ma non ci sono dubbi che in questi periodi di ripresa delle attività lavorative si parla spesso di stress da rientro, una condizione che potrebbe aprire le porte all'umor cupo e alla melanconia. Sebastian Fliep, coautore di un libro sulla psicologia delle ferie, non usa mezze parole e afferma che questo quadro "è un mito". Ma allora, cosa fare quando si rientra e, passati gli ozi delle vacanze, ci si trova di fronte alla realtà lavorativa di ogni giorno, alle tensioni dell'ufficio e alla vicinanza con colleghi poco amati? Innanzitutto è importante utilizzare al meglio i benefici di un periodo dedicato alla ricarica delle batterie, magari evitando di tuffarsi immediatamente negli impegni e nelle scadenze di ogni giorno ma guadagnando tempo. Utile è anche sapere che un abbassamento dell'umore è del tutto naturale tanto che alcuni sondaggi arrivano a dire che dopo due settimane dal rientro si è di nuovo ai livelli pre-ferie. Non drammatizzare questa situazione è importante, anche per non cadere davvero nell'umor cupo. Ancora: se prima della partenza avete enfatizzato la vacanza, è possibile che al rientro non siate rimasti del tutto soddisfatti e quindi siate più esposti ad essere demotivati. La prossima volta, meglio pensare con calma alle mete e non esagerare con le aspettetive. Ultime due regole semplici: mai dimenticare che anche la nostalgia di quanto si è fatto può diventare motore di rinnovamento e benessere, quindi sfruttatela in positivo. E non dimenticate che i momenti di relax non vanno destinati solo alle vacanze, ma vanno "degustati" anche durante l'attività lavorativa, programmando attività piacevoli, pur se brevi, anche nei mesi invernali.
Fonte: edott.it
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