(01-10-13) Allevamento intensivo aumenta rischio di antibioticoresistenza
Vivere in prossimità di un allevamento intensivo o di un campo concimato con
letame proveniente da tali allevamenti può essere rischioso per la salute
umana, aumentando il rischio di infezioni causate da batteri resistenti agli
antibiotici. Questo è il risultato al quale sono giunti Joan A. Casey, della
Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora (USA), e colleghi
combinando dati di tipo geografico, ambientale e clinico. L’analisi di Casey ha
coinvolto poco meno di 450.000 soggetti residenti in Pennsylvania, focalizzando
in particolare l’attenzione su 1.539 persone con infezione da Staphylococcus
aureus reistente a meticillina contratta in comunità, 1.335 con infezione
contratta in ambiente ospedaliero, 2.895 casi di infezione di pelle e tessuti
molli (indipendentemente dal batterio responsabile) e 2.914 controlli. «L’80%
degli antibiotici venduti negli Stati Uniti è destinato all’allevamento
intensivo, con lo scopo di migliorare la crescita degli animali» spiegano gli
autori «ma circa il 75% di questi antibiotici non viene assorbito e finisce nel
letame che viene poi utilizzato per concimare i campi». E l’uso massiccio di
antibiotici genera batteri resistenti - come per esempio lo S. aureus
resistente a meticillina valutato nello studio da Casey e colleghi - che
possono colonizzare anche l’uomo. Dall’analisi pubblicata su Jama internal
medicine è in effetti emerso che le infezioni causate da questo batterio e
quelle di pelle e tessuti molli sono più frequenti nelle persone che vivono più
vicine ad allevamenti intensivi, in particolare di suini, o a campi concimati
con letame di questi allevamenti. Gli autori stimano che circa l’11% di queste
infezioni abbia tale origine. «La modalità di trasmissione all’uomo non è del
tutto chiara: contatto diretto con gli animali, carne introdotta nella catena
alimentare, ma anche la diffusione tramite aria o terreno» spiega Franklin D.
Lowy nel suo editoriale di commento «Lo studio dimostra comunque che gli
allevamenti intensivi sono un vero e proprio serbatoio di batteri resistenti
agli antibiotici».
Fonti:
JAMA Intern Med. Published online September 16, 2013.
doctornews33
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