(09-10-13) Counselling comportamentale contro il fumo adolescente
I medici dell’assistenza primaria, pediatri o generalisti, dovrebbero fornire
interventi come l’educazione o il counselling breve per evitare l’uso del
tabacco nei bambini o adolescenti. Questo è quanto raccomandano le linee guida
della United States Preventive Services Task Force (Uspstf) in un articolo
pubblicato in contemporanea su Pediatrics e Annals of Internal Medicine. Dice
la prima firmataria Virginia Moyer, professore di pediatria al Baylor College
of Medicine di Houston, Texas: «Le raccomandazioni sono cambiate rispetto a
quelle stilate nel 2003, in quanto ai tempi non esistevano soddisfacenti
dimostrazioni pro o contro gli interventi antifumo nell’ambito delle cure
primarie in questi gruppi di età». Ma l’edizione 2013 fornisce sufficienti
prove che interventi come il counselling comportamentale, i colloqui faccia a
faccia, le interazioni telefoniche, la fornitura di opuscoli stampati o le
applicazioni del computer, riducono l’iniziazione al fumo in età scolare.
«Esiste una ragionevole certezza che gli interventi comportamentali attuati
dai medici delle cure primarie per prevenire l'uso del tabacco in bambini e
adolescenti avranno un beneficio moderato» puntualizza la pediatra, rilevando
che tipo e intensità degli interventi descritti dagli studi più recenti variano
sensibilmente, andando da quelli senza interazioni con il medico alle sette
sessioni di gruppo per oltre 15 ore totali. «Interventi anche minimi, come
spedire materiale stampato a casa di un giovane, hanno effetti sostanziali
sulla riduzione dell’iniziazione al fumo» aggiunge Moyer. Le raccomandazioni
Uspstf vengono da una metanalisi di nove studi su oltre 26.000 bambini e
adolescenti inizialmente non fumatori. «Rispetto ai controlli, il rischio di
iniziare a fumare, quantificato dopo 6-36 mesi di follow-up, è diminuito del
19% tra i giovani che avevano ricevuto counselling comportamentali: una
riduzione statisticamente significativa» dice la ricercatrice, elencando altri
interventi reputati efficaci dalla task force: counselling telefonico in
combinazione con materiali di educazione spediti a casa dei ragazzi, aumento
del costo dei prodotti del tabacco, campagne mediatiche e programmi di
educazione nelle scuole. E In un editoriale di accompagnamento Michael
Steinberg, internista alla Robert Wood Medical School di New Brunswick, New
Jersey, suggerisce di portare a 21 anni l'età legale per l'acquisto di prodotti
del tabacco. «I giovani non dovrebbero mai tirare neanche una boccata dalla
prima sigaretta, dato che il 90% dei fumatori adulti comincia a diciott’anni.
Inoltre, sono proprio i ragazzi tra 18 e 20 anni ad acquistare le sigarette per
i minori» conclude il ricercatore. E se negli Stati Uniti fuma circa l'8 per
cento degli studenti delle scuole medie e quasi il 24% degli studenti delle
scuole superiori, i dati italiani di Epicentro indicano che dal 2000 al 2005 i
giovani di 18-24 anni che hanno iniziato a fumare tra 14 e 17 anni sono
aumentati dal 57 al 65%.
Fonti:
Ann Intern Med. 2013 Aug 26.
doctornews33
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