(18-10-13) Relazione pericolosa tra cataratta e statine
Il rischio di cataratta aumenta tra chi assume statine? La risposta è affermativa, almeno secondo Ishak Mansi, internista al North Texas Health System, University of Texas Southwestern a Dallas, e coordinatore di uno studio pubblicato su Jama Ophtalmology. «L’opacità del cristallino dovuta all’età è una delle cause principali di ipovisione e cecità, e oltre ad avere costi annuali stimati in 4,7 miliardi di dollari, la cataratta influenza in modo notevole la qualità della vita. Con il progressivo aumento degli anziani l'incidenza di cataratta è destinata ad aumentare, e la comprensione dei suoi fattori di rischio dovrebbe essere tra le priorità in salute pubblica» osserva il ricercatore. Uno di questi potrebbe essere l’uso di statine, comunemente prescritte per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, anche se gli studi svolti finora hanno riportato risultati contrastanti: alcuni hanno dimostrato un aumento del rischio di cataratta, altri una diminuzione. Da qui l’obiettivo dello studio: confrontare il rischio di cataratta tra gli utilizzatori di statine e i non consumatori all'interno di un sistema sanitario militare, in cui i pazienti hanno parità di accesso e di assistenza sanitaria. Così Mansi e colleghi hanno analizzato i dati del San Antonio Military Medical Center in Texas da ottobre 2001 a marzo 2010, abbinando 6.972 consumatori di statine ad altrettante persone che non le usavano. E, sorpresa, il rischio di opacità del cristallino sale in modo inequivocabile tra chi assume statine. «Una caratteristica importante degli studi osservazionali è la presenza di fattori di confondimento che possono alterare le relazioni di causa-effetto» puntualizza l’internista. L'aderenza alla terapia con statine può essere un esempio, dato che diversi fattori di rischio per malattia cardiovascolare come l’età avanzata, il diabete e il fumo sono indicazioni per la terapia con statine ma anche fattori di rischio per la cataratta. «Ciononostante, alla luce di questi dati il rapporto rischio-beneficio della terapia con statine, specie in prevenzione primaria, andrebbe rivalutato con ulteriori studi» conclude Mansi.
Fonti: doctornews33
Jama Ophthalmol.2013.4575
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