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Le ricerche di Gerona 2005

(30-10-13) Sos Alzheimer, ogni 10 minuti un italiano perde la memoria



Roma, 19 set. (Adnkronos Salute) - Alzheimer grande emergenza del nostro tempo. Ogni 10 minuti un italiano perde la memoria e nei prossimi trent'anni nel nostro Paese ci saranno oltre 3 milioni di persone che avranno bisogno di cure e di assistenza ininterrotta per molto più tempo, considerando che nel 10% dei casi le forme di demenza iniziano già prima dei 65 anni. A scattare la fotografia l'International Alzheimer's Disease Physicians Survey, indagine promossa da Eli Lilly e presentata questa mattina a Roma durante l'incontro 'Ti ricordi? Ogni 10 minuti nel nostro Paese qualcuno perde la memoria', organizzato dall'Associazione italiana malattia di Alzheimer (Aima).
L'indagine, nata per valutare le difficoltà e le barriere diagnostiche della patologia, ha coinvolto medici di 5 nazioni - Usa, Uk, Italia, Francia e Giappone - con esperienza variabile da 2 a 30 anni. Il 46% dei camici bianchi afferma che l'Alzheimer è misconosciuto e sottostimato a causa dell'assenza di test specifici e definitivi e di problemi di comunicazione tra medico, paziente e caregiver. Limiti che portano a una mancata diagnosi iniziale di malattia nel 43% dei casi - circa 400 mila su un milione di pazienti - che invece avviene solo quando è già a uno stadio molto avanzato. Con ripercussioni pesanti proprio sui caregiver - oltre 2 milioni in Italia, 8 volte su 10 donne (mogli, figlie, nuore), e uno su 4 già over 65 - che dedicano al malato più di 15 ore al giorno, per un totale di 7 miliardi di ore di assistenza all'anno per un periodo di 8-10 anni, ricavando a malapena 4 ore alla settimana di tempo libero per se stesse.
Oltre alla necessità di tempestività diagnostica per rallentare queste condizioni estreme, metà dei medici ritiene inoltre fondamentale differenziare l'Alzheimer dalle altre forme di demenza per offrire cure più appropriate.
"L'indagine internazionale - commenta Carlo Caltagirone, professore di Neurologia all'università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Fondazione Santa Lucia di Roma - ha evidenziato che l'Alzheimer è la più comune forma di demenza con un tasso in costante crescita. Nel 2010, 35,6 milioni di persone nel mondo ne erano affette, un dato destinato a raddoppiare nell'arco di 20 anni, con già nel 2030 65,7 milioni di casi e 115,4 milioni di diagnosi nel 2050. Una proporzione assolutamente trasferibile in Italia, dove ai 700 mila malati se ne aggiungono circa 80 mila nuovi ogni anno".
A sottolineare come questa malattia destabilizzi, oltre al paziente, l'intera famiglia à Patrizia Spadin, presidente dell'Aima, che denuncia "la mancanza di servizi adeguati e protetti, i tagli alla sanità e all'assistenza. Mentre l'Alzheimer ha bisogno di impegno legislativo vero, attento e continuativo". Proprio per sopperire a queste mancanze è necessario, secondo Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, "organizzare una 'formazione' di coloro che sono chiamati ad assistere questi pazienti e l'istituzione di reti di supporto psicologico".
A sottolineare infine l'importanza della ricerca per battere le demenze è la farmacologa Monica Di Luca, che ricorda come "in Europa il costo per Alzheimer e demenze ammonta a 105 miliardi l'anno. Una diagnosi precoce e una terapia tempestiva possono contribuire a rallentare la progressione della malattia".

· Fonte: ADNKronos Salute
· 19 Set 2013

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