(14-11-13) I neonati con carnitina scarsa rischiano il diabete
Secondo uno studio italiano su Nutrition & Diabetes, un deficit di carnitina e aminoacidi può essere evidente prima della comparsa clinica del diabete di tipo 1, probabilmente già nel periodo neonatale. «E la valutazione di questi metaboliti nei neonati geneticamente a rischio di tale forma di diabete potrebbe rappresentare un ulteriore strumento per progettare nuove strategie di prevenzione primaria della malattia fin dalla nascita» commenta il diabetologo Gian Franco Bottazzo, tra gli autori dell’articolo. «I meccanismi coinvolti nell’attivazione dell’aggressione autoimmunitaria contro le cellule beta che porta alla malattia clinicamente evidente sono ancora poco conosciuti, ma una complessa interazione genetica, immunologica, ambientale ed epigenetica è stata più volte ipotizzata» dice Bottazzo, scopritore nel 1974 degli anticorpi anti-isola pancreatica (Ica), marcatori in grado di identificare gli individui a rischio di diabete di tipo 1. «Diversi studi hanno dimostrato che fattori precoci, attivi anche in utero, possono avere un ruolo nella eziopatogenesi del diabete di tipo 1, o almeno spiegare perché alcuni individui rischiano più di altri» continua il ricercatore. Tra questi ci sono un ridotto allattamento al seno, la precoce esposizione al latte vaccino e la precoce assunzione di glutine, tutte condizioni in grado di interferire con il metabolismo degli aminoacidi e della carnitina. Che, tra l’altro, risulta ridotta in forma libera nei bambini con la malattia. Da qui si sono mossi Bottazzo e colleghi, effettuando uno studio caso-controllo per indagare i profili metabolici di carnitina e aminoacidi nei primi giorni di vita e la loro relazione con il futuro sviluppo di diabete di tipo1. E i dati raccolti su 50 neonati che hanno poi sviluppato la patologia confermano l’ipotesi: bassi livelli di carnitina totale, libera e acil-carnitina rispetto a quelli rilevati in 200 controlli. «Secondo questi dati il deficit di carnitina e aminoacidi può ostacolare la morte per apoptosi delle cellule T potenzialmente autoreattive che si verifica nei primi giorni di vita. Le cellule sopravvissute lasciano poi il timo andando alla deriva negli organi linfoidi periferici pronte, se attivate, ad attaccare e uccidere le cellule beta delle isole pancreatiche» ipotizzaBottazzo, ricordando che la carnitina, un composto essenziale per il trasporto degli acidi grassi a lunga catena attraverso le membrane cellulari, è prodotta nel fegato adulto e integrata con latticini e carne rossa nella dieta.
Fonti:
Nutrition & Diabetes (2013) 3, e94
doctornews33
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