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Le ricerche di Gerona 2005

(15-11-13) Malattie della pelle: un nemico nell’ombra



Acne e micosi cutanee sono ai primi posti nella top ten delle malattie più diffuse al mondo, e altre entrano a buon diritto nella top 50: prurito, eczema, impetigine, scabbia e mollusco contagioso. Ecco i risultati di una revisione angloamericana sull’importanza dei disturbi della pelle coordinata da Roderick Hay, ricercatore dell’ International Foundation for Dermatology di Londra. «Quelle cutanee sono tra le malattie più comuni del genere umano: pervadono tutte le culture, colpiscono a tutte le età fra il 30 e il 70% di adulti e bambini, con tassi ancora più alti in sottopopolazioni a rischio ed effetti nocivi sulla salute che vanno da un semplice fastidio alla morte, come nel caso del melanoma» spiega Hay. L'ICD 10, la classificazione internazionale delle malattie umane, ne elenca più di mille, ma, nonostante la massiccia presenza nella nostra vita, le patologie cutanee continuano a essere snobbate a livello sanitario nazionale o mondiale. E il Global Burden of Disease Study 2010 ha cercato di ovviare a questo e ad altri limiti fornendo stime di prevalenza, incidenza, mortalità e disabilità per 261 malattie in 187 Paesi, distribuite per sesso in 20 gruppi di età e analizzate tra il 1990 e il 2010 con revisioni sistematiche della letteratura. «Le stime, valutate sulla gravità dei postumi di malattia e sul contributo alla perdita di salute, forniscono informazioni chiave per organismi globali o istituzioni nazionali e regionali, individuando le necessità e informando la politica su come allocare le risorse in modo razionale. «Nel nostro studio abbiamo analizzato 15 comuni disturbi della pelle: eczema, psoriasi, acne, prurito, alopecia, ulcere da decubito, orticaria, scabbia, micosi, impetigine, ascessi, cellulite, verruche, mollusco contagioso e cancro della pelle» riprende Hay. I risultati? Prese assieme, le patologie cutanee sono tra le principali cause di disabilità e la quarta causa globale di malattie non fatali, con un considerevole peso sanitario in tutti i Paesi, senza distinzione di reddito. «Questi risultati sostengono la necessità di includere con urgenza la prevenzione e la cura delle malattie della pelle nelle future strategie sanitarie mondiali» conclude il ricercatore britannico.

Fonte: Journal of Investigative Dermatology 2013

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