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Le ricerche di Gerona 2005

(22-11-13) Zucchero e bibite dolci: i benefici di una tassa




Tassare del 20% zucchero e bevande zuccherate ridurrebbe gli adulti britannici obesi e in sovrappeso rispettivamente dell’1,3 e dello 0,9%, secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal. «Gli effetti negativi di zucchero e bevande zuccherate sulla salute richiedono interventi per limitarne i consumi» esordisce Mike Rayner, direttore del British Heart Foundation Health Promotion Research Group dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, e coautore dell’articolo. Tra le opzioni ci sono i controlli sulla commercializzazione, i limiti sulle porzioni e l'aumento del prezzo con una tassazione, come avviene per alcol e tabacco. «Una tassa, di recente suggerita nel Regno Unito, può essere efficace sulla salute per diverse ragioni» riprende Rayner. In primo luogo il consumo di zucchero e bevande zuccherate aumenta non solo il peso corporeo, ma anche la frequenza di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e carie dentali. Secondo, mentre una tassa sui cibi ad alto contenuto di grassi saturi potrebbe spostare i consumi su cibi simili, come quelli salati, i potenziali sostituti delle bevande zuccherate sono bevande dietetiche, succhi di frutta, latte e acqua, meno dannosi per la salute. Infine, dal punto di vista legislativo zucchero e liquidi dolcificati sono ben definibili. «Una preoccupazione è che la tassazione potrebbe colpire i più poveri» sottolinea il ricercatore, che ha cercato di stimare l’effetto sull’obesità di un’imposta del 20% su bevande zuccherate e zucchero, provando anche a capirne le ripercussioni sui diversi gruppi di reddito. Ebbene, le stime indicano che la tassa ridurrebbe di 180.000 unità gli adulti obesi e di 285.000 quelli sovrappeso, con effetti simili in tutti i redditi. E il calo dell’obesità andrebbe di pari passo con la diminuzione dell’età, dato che i principali consumatori sono i giovani sotto i 30 anni. La tassa raccoglierebbe 8 penny a testa la settimana, pari a 326 milioni di euro l’anno, riducendo i consumi di zucchero e bibite dolci del 15%. «E tali entrate potrebbero finanziare il sistema sanitario in un momento di gravi restrizioni» commenta Jason Block della Harvard Medical School, osservando che l’imposta del 20% è una misura promettente contro l'obesità, specie tra i giovani. «Ora c’è bisogno che i politici agiscano, verificando l’effetto dell’imposta nel mondo reale» scrive Block nel suo editoriale.

Fonti:
BMJ. 2013 Oct 31;347:f6189.
doctornews33


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