(23-11-13) I topini e lo stress
Hans Selye era un medico ungherese che nel 1936 contribuì in modo significativo alle ricerche sullo stress.
RICERCA CLINICA E DI BASE
In quell’epoca, infatti, era a Montreal alla McGill University dove effettuava alcuni studi. Selye aveva iniettato quotidianamente una sostanza estranea a dei ratti per testarne gli effetti; in questi aveva poi riscontrato ulcere gastriche, atrofia del timo (ghiandola chiave dell’immunità) e notevole ingrossamento del surrene.
Il surrene è una ghiandola endocrina che ha molteplici funzioni, quali garantire la qualità delle difese immunitarie e spegnere le infiammazioni. I cinesi definivano la ghiandola surrenale “ricettacolo dell’energia primordiale”, attribuendole il compito di rifornire di energia l’intero organismo.
Nei topi sottoposti a esperimento, si riscontravano sintomi simili a quelli che avevano subito una semplice iniezione di soluzione fisiologica. Gli animali avevano quindi, in comune, solamente il fatto di aver subito dei traumi ripetuti (iniezioni) e quindi i sintomi che presentavano potevano anche rappresentare la risposta a una situazione stressante.
Selye cercò di comprovare la sua tesi sottoponendo gruppi di topi a troppo caldo e troppo freddo, a tossine, a forti rumori e ad agenti patogeni constatando gli stessi effetti. Il termine usato per descrivere questa patologia, stress appunto, venne preso dal lessico fisico (indicava lo sforzo o la tensione a cui era sottoposto un materiale). Selye lo utilizzò per indicare “la risposta non specifica dell’organismo ad uno stimolo negativo”.
Fonti: http://www.dsmedica.info/cont/030pro/1307/2200/
http://www.mariacorgna.it/Index.asp
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