(08-12-13) Muoversi contrasta il Crohn, ma non la colite
L’attività fisica riduce il rischio di malattia di Crohn, ma non di colite ulcerosa. Parola di Andrew Chan professore associato di Gastroenterologia al Massachusetts General Hospital Harvard Medical School di Boston, coautore di uno studio sul BMJ. «Assieme, le due condizioni costituiscono la malattia infiammatoria intestinale (Ibd), che colpisce circa 1,4 milioni di persone nei soli Stati Uniti, con oltre sei miliardi di dollari l’anno di costi sanitari diretti» sottolinea il gastroenterologo. Ma l’Ibd è fonte di costi indiretti altrettanto dispendiosi, come la perdita di produttività economica, le assenze dal lavoro e la disabilità. Sebbene l'esatta fisiopatologia dele due malattie intestinali resti in buona parte sconosciuta, molti studi indicano l' importanza dell'ambiente nel loro sviluppo. Per esempio, recenti ricerche hanno dimostrato che l'esercizio fisico può indurre autofagia, una degradazione lisosomiale nota per l’azione protettiva contro il cancro, le malattie neurodegenerative, le infezioni e le malattie infiammatorie croniche. Allo stesso modo, ampi studi di associazione genetica hanno suggerito possibili legami tra attività fisica e rischio di IBD. Partendo da questi presupposti Chan e colleghi hanno cercato i collegamenti tra esercizio, Crohn e colite ulcerosa in due ampi studi prospettici di coorte in corso sulla popolazione femminile, il Nurses' Health Study e Nurses' Health Study II. «Oltre un ventennio di dati aggiornati ogni due anni su circa duecentomila donne, incrociati sullo stile di vita, le abitudini dietetiche e le diagnosi mediche, offrono l'opportunità di esaminare le correlazioni tra IBD e attività fisica nel contesto di altri fattori potenziali di rischio» dice il ricercatore. E i dati dimostrano che le donne con almeno 27 attività equivalenti metaboliche (Met) orarie a settimana, equivalenti a circa 1 ora al giorno di camminata veloce, hanno una riduzione del 44 per cento del rischio di sviluppare Crohn rispetto alle donne sedentarie con meno di 3 MET/ora/settimana, cioè meno di 1 ora settimanale di cammino svelto. Assente, invece, qualsiasi legame tra esercizio e colite ulcerosa. «Ulteriori studi aiuteranno chiarire il meccanismo alla base di questa associazione, che potrebbe preludere a interventi sullo stile di vita nei malati di IBD» conclude Chan.
Fonti: doctornews33
BMJ 2013;347:f6633
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