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Le ricerche di Gerona 2005

(11-12-13) Sodio e liquidi: inutile veto nello scompenso acuto




La restrizione di sodio e liquidi non solo non ha effetto sulla perdita di peso o sulla stabilità clinica dei pazienti con scompenso cardiaco, ma è anche associata a un aumento della sete percepita e delle riammissioni in ospedale 30 giorni dopo la dimissione. Parola di Luis Beck-da-Silva, cardiologo all’Ospedale di Porto Alegre, in Brasile, e coautore di un articolo pubblicato su Jama internal medicine: «Nel trattamento dell’insufficienza cardiaca acuta scompensata (Adhf), la restrizione di sodio e liquidi è ampiamente usata e, nonostante la mancanza di prove chiare sul suo effetto benefico, è anche raccomandata nei libri di testo e nelle linee guida di pratica clinica». Ci sono studi, tuttavia, che non riportano benefici dalla restrizione dei liquidi, sottolineandone anche i potenziali effetti nocivi: aumento della sete, secchezza delle fauci, pelle secca e prurito. Permangono quindi ragionevoli dubbi su danni e benefici della pratica restrittiva nei pazienti con Adhf in ambiente ospedaliero. E l’obiettivo di questo studio era proprio di verificare l’effetto della restrizione di liquidi e di una dieta a basso contenuto sodico sulla perdita di peso e la stabilità clinica in pazienti ospedalizzati per scompenso cardiaco acuto confrontati con un gruppo di controllo senza restrizioni di sorta. Così sono stati selezionati 75 pazienti, per lo più maschi, nei quali la cardiopatia ischemica era la causa predominante di insufficienza cardiaca, con una la frazione di eiezione ventricolare sinistra media del 26%. «I partecipanti sono stati suddivisi a caso in due gruppi omogenei: uno con restrizioni, l’altro no» osserva Beck-da-Silva. E, sorpresa, la perdita di peso si è rivelata simile in entrambi i gruppi, così come il grado di congestione clinica dopo 3 giorni di terapia. E, in quanto a effetti avversi, non solo la sete era più intensa nel gruppo di studio rispetto ai controlli, ma era maggiore anche il tasso di riammissione 30 giorni, risultato rispettivamente del 29 e del 19%. «Questi dati indicano che la restrizione di sodio e acqua in pazienti ricoverati per scompenso cardiaco acuto sono inutili» conclude il cardiologo brasiliano.


Fonti:
doctornews33
Jama Intern Med. Published online May 20, 2013

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