(10-09-06) Sport d'obbligo. L'attivit? fisica a scuola
Indispensabile nel processo di formazione e accrescimento, viene colpevolmente trascurata. Ecco come dovrebbe essere svolta
di Marco De Angelis *
Il bambino ? il cucciolo che impiega pi? tempo a diventare adulto. Circa 2o anni sono necessari perch? l'organismo umano possa strutturare la funzionalit? di tutti i suoi organi e apparati in funzione delle richiesta dell'ambiente. In pratica, l'infanzia e l'adolescenza servono all'organismo in crescita a conoscere l'ambiente e ad adeguarsi alle sue caratteristiche.
Adattarsi
Se in questi anni l'ambiente richiede quotidianamente al corpo uno sforzo di un certo tipo, tutte le strutture coinvolte si strutturano per svolgere questo compito nel migliore dei modi: il pi? efficiente e, al tempo stesso, il pi? economico possibile. Se, al contrario, gli stimoli ambientali saranno scarsi o nulli, l'organismo non vedr? la necessit? di sviluppare particolari qualit? neuromotorie e strutturali, in quanto saranno sufficienti quelle per stare seduti davanti a un video. Gli stimoli ambientali solleciteranno quindi una minore o maggiore espressione delle potenzialit? genetiche che l'individuo eredita dai genitori. Lo stesso avviene per lo sviluppo cerebrale e delle caratteristiche intellettive mediante la formazione di innumerevoli interazioni tra le cellule nervose.
Obbligo di stimolo
Gli Stati riconoscono, con la scuola dell'obbligo, la necessit?, improcrastinabile, di stimolare la plasticit? di queste fasi della vita; ma purtroppo considerano in misura enormemente maggiore l'aspetto intellettivo, trascurando quasi del tutto quello fisico e neuromotorio. Viene dato ampio spazio alle stimolazioni delle varie aree del cervello. Al contrario, si relega in spazi minimi, assolutamente insufficienti, l'apprendimento di tutta l'altrettanto ampia variet? di aspetti che costituiranno la struttura fisica e la motricit? dell'individuo adulto. Questa scelta non tiene conto del beneficio che trarrebbe l'attivit? intellettiva stessa, grazie ad un aumento della concentrazione, e del rendimento, dal maggior tempo dedicato all'attivit? motoria. Questa, infatti, dando sfogo alle naturali pulsioni al movimento, placherebbe la tipica irrequietezza dei bambini e dei giovani, in preda a vere e proprie tempeste ormonali. Da un lato si conoscono con certezza i nessi causali tra l'insufficiente attivit? fisica svolta negli anni dell'accrescimento, la ormai nota condizione "ipocinetica", e varie condizioni patologiche e para-patologiche dell'adulto e del giovane, quali sindromi dismetaboliche, obesit?, artrosi precoce, lombalgie, paramorfismi; dall'altro non si fa abbastanza per aumentare gli spazi, in orario e in dignit?, dedicati all'attivit? motoria nella scuola. Da un lato ci si lamenta dell'enorme spesa sanitaria e dell'eccessivo consumo di farmaci per problemi muscolo-scheletrici, dall'altro non si programma un migliore stato di salute della popolazione mediante la vera prevenzione primaria di molte patologie dell'adulto, legata alla pratica regolare di esercizio fisico fin dalla prima et?.
Cosa si fa a scuola
In questa opera di miglioramento dello stato di salute degli adulti la scuola avrebbe perci? un ruolo fondamentale, visto che nello stile di vita attuale, specie in citt?, c'? sempre meno la possibilit? di una quotidiana attivit? ludica all'aperto. Pensare che 2 sole ore (se va bene) di esercizio alla settimana siano sufficienti a stimolare le capacit? di adattamento di un organismo in crescita e a formare adulti sani ? pura utopia, se non vera e propria ipocrisia. In un recente passato il Coni, che pure dovrebbe istituzionalmente occuparsi esclusivamente dello sport agonistico, resosi conto del grave analfabetismo motorio dei giovani, si ? fatto carico di sollecitare gli aspetti motori di base nelle fasce giovanili, trascurando forse la specializzazione sportiva, che pi? direttamente fornisce i risultati agonistici e le medaglie.
Inutili "dottori"
Con l'istituzione della laurea in Scienze motorie, che ha sostituito il diploma Isef, si ? aumentato il livello di preparazione degli insegnanti di attivit? motorie. Ma se non si aumenteranno le ore dedicate all'attivit? motoria scolastica la maggior parte di questi preparatissimi dottori continuer? a trovarsi disoccupata e non potr? rendere utile alla societ? la loro maggiore cultura specifica.
Quante ore?
Se si riconosce l'importanza dell'attivit? fisica per migliorare lo stato di salute della popolazione e la necessit? di stimolare molti, se non proprio tutti, gli aspetti della formazione fisica e neuro-motoria, pensare di ottenere questo con 3 ore invece di 2, o una invece di nessuna, vuole dire aver capito il problema ma non voler dare la soluzione. Per ottenere domani qualche beneficio da quello che facciamo oggi i bambini e gli adolescenti dovrebbero fare almeno un'ora al giorno di attivit? motoria scolastica. Questo, oltre a creare una sanissima abitudine a svolgere regolare esercizio, darebbe modo, innanzitutto, di sviluppare un organismo pi? in forma e poi di stimolare le varie qualit? motorie per poter ottenere campioni sportivi ma anche cittadini adulti sani che potranno divertirsi a praticare una attivit? fisica, sportiva o non, senza l'obbligo al dimagrimento, o l'incubo degli infortuni o dell'usura.
Tanto va in piscina...
Molti pensano che i loro figli, andando 2-3 ore alla settimana in piscina, o a danza o a calcio, facciano "tanto sport" e che quindi sia sufficientemente stimolato fisicamente. Totalmente sbagliato. Innanzitutto, le energie fisiche dei bambini sono, confrontate con le nostre, praticamente infinite e quindi non dobbiamo giudicare questo tipo di impegno sufficiente in base al nostro metro di giudizio. Inoltre, in queste attivit? "sportive" specifiche sono spesso forniti stimoli orientati al singolo sport agonistico, trascurando quindi molti altri aspetti. Ad esempio, nel nuoto non vengono stimolati gli arti inferiori ed i piedi in particolare, cos? come nel calcio non vengono stimolati gli arti superiori. E non ? neanche corretto, ed ? anzi controproducente, proporre in un corso specifico ad un bambino, che vuole fare quello sport, esercitazioni multilaterali e varie che troppo poco hanno a che fare con la disciplina da lui scelta. Questo comportamento, certamente in buona fede e nobile, dell'istruttore vorrebbe fornire una preparazione pi? vasta di quella della singola disciplina sportiva e colmare proprio le carenze dell'attuale attivit? motoria scolastica; ma spesso il bambino, che vuole magari emulare un suo idolo sportivo, si ritrova a fare inutili (dal suo punto di vista) giochini e percorsi che non somigliano per niente a quello che lui vorrebbe fare, alla terza volta decide di non voler andare pi? all'allenamento del suo sport preferito (e tantomeno di altri).
Cosa fare?
Nelle ore di scuola si dovrebbero stimolare quanti pi? aspetti possibili delle capacit? motorie: qualit? neuro-muscolari, cardiovascolari, coordinative, in attivit? cicliche (cio? ripetitive, come la corsa) e di situazione (cio? con necessit? di adattamento motorio continuo, come i giochi). In questa logica va fatto esplorare al giovane il movimento di tutte le parti del corpo, in tutte le direzioni dello spazio, con tutte le attivit? possibili, naturali e non. Per fargli conoscere gli sport ? molto utile proporgli i pi? semplici e meno tecnici, in modo da non perdere tanto tempo in spiegazioni e tentativi a vuoto, e meglio ancora se con un criterio di rotazione ripetitiva, in modo da fargliene provare diversi ma fargli anche percepire i miglioramenti che avvengono nello stesso con la ripetizione dell'allenamento.
* Spec. Medicina dello Sport
Fac. Sc. Motorie, Univ. L'Aquila
Ist. Scienza dello Sport - CONI
Fonte: www.repubblica.it/supplementi/salute
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