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Le ricerche di Gerona 2005

(03-01-14) Le molecole segnale della Pnei: citochine, ormoni e neuropeptidi.



Insperate possibilità terapeutiche si sono aperte negli ultimi anni grazie alla possibilità di usare dosi minime di ormoni (LOW DOSE THERAPY). Ormesi, dal verbo greco ormao, significa stimolare.


Concettualmente la storia dell’ormesi afferma che determinate sostanze sarebbero in grado di esercitare effetti opposti nell’interagire con un organismo vivente, in relazione alle dosi somministrate.
Una sostanza potrebbe avere, secondo la teoria, un’azione stimolante a basse dosi, inibente o addirittura tossica ad alte dosi. Edward J. Calabrese, studioso del fenomeno da quasi venti anni, avrebbe verificato la sua validità per quasi 5000 sostanze. Alcuni esempi sarebbero:
- alcool: a basse dosi, ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari, ad alte dosi lo aumenterebbe;
- diossina: a dosi infinitesimali, farebbe crescere i prati, ad alte dosi li distruggerebbe;
- radiazioni ionizzanti: a piccole dosi, risulterebbero protettive verso i danni provocati da un’esposizione a dosi massicce di raggi X.
Alcune sostanze con effetto ormesico sarebbero: metanolo, alluminio, iodio, rame, sodio, potassio, silicio, boro, arsenio, cadmio, piombo.
Lo scienziato H. Schultz intorno al 1887, fece alcuni esperimenti facendo reagire alcune sostanze chimiche con il lievito, osservando che, dapprima l’azione era di crescita e benessere, poi, all’aumentare della concentrazione, la sostanza diveniva palesemente tossica. In un secondo momento, egli conobbe lo psichiatra R. Arndt con il quale formulò la legge di Arndt e Schultz che afferma: “Stimoli di debole intensità accelerano modestamente l’attività vitale, di media intensità la incrementano, di forte intensità la bloccano in parte, di elevatissima intensità la sopprimono completamente”.
Proprio sull’effetto ormetico è incentrata la farmacologia delle bassi dosi, presupposto della medicina fisiologica di regolazione che si avvale di microdosi di ormoni, neurotrasmettitori e citochine allo scopo di ripristinare il “dialogo” tra sistemi.

Fonte: http://www.dsmedica.info/cont/030pro/1307/2200/

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