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Le ricerche di Gerona 2005

(07-01-14) Troppo rumore assorda i giovani





La frequenza dei disturbi dell’udito, prima fra tutti l’ipoacusia acquisita, è in aumento tra gli adolescenti, ma i genitori sono poco informati sulle strategie di prevenzione e pochi credono che i figli siano a rischio. A lanciare l’allarme è Deepa Sekhar, ricercatore al Penn State College of Medicine di Hershey, in Pennsylvania, e coautore di uno studio su JAMA Otolaryngology Head and Neck Surgery. «Un adolescente su sei ha una perdita dell'udito alle alte frequenze, sintomo prevenibile e tipicamente legato al troppo rumore» spiega l’otorino. L’esposizione ha effetti cumulativi, ed è proporzionale all’energia sonora complessiva che colpisce l’apparato uditivo. Questa, a sua volta, dipende dal livello del rumore e dal tempo di esposizione oltre che dalla suscettibilità individuale. Continua Sekhar: «Gli effetti sulla coclea possono essere transitori o permanenti: un’esposizione breve provoca la cosiddetta fatica uditiva, reversibile dopo cessazione del rumore. Ma con il prolungarsi dell’esposizione e l’aumentare dell’intensità del suono, il fenomeno tende a diventare permanente fino all’ipoacusia». Va da sé che i genitori informati potrebbero aiutare i figli a prevenire la perdita di udito dovuta al rumore, anche se poco si sa circa l’evoluzione del disturbo nella vita adulta. Così i ricercatori statunitensi hanno condotto un'indagine via Internet a livello nazionale su 716 genitori di ragazzi tra 13 e 17 anni per verificarne sia le conoscenze sull’ipoacusia da rumore sia la propensione a prevenirla nei figli. Dai dati raccolti emerge che il 69 per cento di mamme e papà non aveva mai parlato con i loro adolescenti dell’esposizione al rumore, specie a causa del basso rischio percepito dovuto alla scarsa informazione. Ciononostante, oltre il 65 per cento degli intervistati era più che disposto a limitare il tempo di ascolto della musica ad alto volume o, se necessario, l'accesso ad altre fonti di eccessivo rumore per proteggere l'udito dei ragazzi. E i genitori con un maggiore livello di istruzione nonché gli adolescenti più giovani, informati sui possibili danni dell'udito, erano i più propensi a mettere in pratica azioni preventive. «La maggior parte di genitori e figli hanno scarsa percezione del problema, e progettare programmi di conservazione dell'udito coinvolgendo gli uni e gli altri può essere utile per ridurre il rischio di sordità acquisita» conclude Sekhar.


Fonti: drnews33
JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. Published online November 21, 2013

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