(13-01-14) Staminali del cuore chiave per ripresa post infarto e bypass
• ADNKronos Salute
Roma, 10 dic. (Adnkronos Salute) - Il cuore ha dentro di sè il segreto per 'auto-ripararsi', un meccanismo che però funziona meglio in alcune persone. Ricercatori di cardiologia dell'università Cattolica del Sacro Cuore–Policlinico Gemelli di Roma, insieme a colleghi del Brigham and Women's Hospital e dell'Harvard Medical School di Boston hanno scoperto che nelle cellule staminali adulte, naturalmente presenti nel muscolo cardiaco, c’è il segreto per una ripresa ottimale delle condizioni di salute dopo un infarto. Queste cellule ripara-cuore, però, non funzionano bene in tutti i pazienti ed è per questo che in circa un terzo dei casi dopo un intervento di bypass coronarico non si osserva una ripresa ottimale della funzione cardiaca, così come dopo un infarto o l'inserimento di un pacemaker biventricolare. Lo studio italo-americano è stato appena pubblicato sulla rivista 'Circulation'.
Per i ricercatori, quindi, le staminali cardiache possono divenire un marcatore per predire la prognosi di un paziente reduce da un intervento di bypass coronarico e, forse, in un prossimo futuro potrebbero essere anche bersaglio di nuove terapie per potenziare il naturale processo autoriparativo del miocardio. "Finora - sottolinea Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli e coordinatore della ricerca - non era noto il motivo di queste marcate differenze nella prognosi di pazienti trattati tutti allo stesso modo". I ricercatori hanno studiato 38 pazienti (tutti uguali per età, per stato generale di salute, e per quel complesso di fattori che possono influenzare la prognosi) sottoposti a intervento di bypass coronarico.
"Durante l'operazione è stata eseguita una minuscola biopsia cardiaca e sono state isolate le cellule staminali cardiache in essa presenti. Poi i ricercatori hanno caratterizzato queste cellule staminali e misurato il loro 'potere replicativo', cioè la loro efficienza nel moltiplicarsi e generare nuove cellule cardiache". In questa maniera, spiega ancora Crea, "abbiamo visto che c’era una chiara associazione tra efficienza replicativa delle staminali cardiache e miglioramento della funzione cardiaca dopo bypass. Laddove queste cellule si moltiplicano in modo efficiente la ripresa contrattile del cuore dopo l’intervento era eccellente". Questo significa che le cellule staminali cardiache possono divenire un biomarcatore per predire quali pazienti avranno un miglioramento della funzione cardiaca.
"In futuro queste cellule staminali ripara-cuore potrebbero anche diventare un importante bersaglio terapeutico, utilizzando farmaci capaci di 'risvegliarle' quando sono assopite", conclude Crea.
"Le proprietà della crescita delle staminali cardiache umane residenti potrebbero divenire in futuro predittivo della prognosi clinica di altre malattie cardiache. E, cosa ancora più importante, potremmo esser in grado un giorno di isolare e moltiplicare per terapie la piccola parte di staminali giovani e funzionanti, per poi sviluppare dei nuovi trattamenti sperimentali per lo scompenso cardiaco'', aggiunge Piero Anversa, direttore del Center for Regenerative Medicine del Brigham and Women's Hospital e dell'Harvard Medical School di Boston.
La scoperta è frutto del lavoro di una équipe di ricercatori, fra cui i cardiologi della Cattolica Domenico D’Amario e Antonello Leone, coordinata da Filippo Crea e da Piero Anversa.
Fonte: univadis.it
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