(13-01-14) Nefropatia e dislipidemia, un rapporto complesso
(13-01-14) Nefropatia e dislipidemia, un rapporto complesso
Spesso non si ricorda quanti siano stretti i rapporti tra reni e cuore, soprattutto sotto l'aspetto fisiopatologico. E questo significa sottovalutare i rischi per il muscolo cardiaco legati alle disfunzione renali tipiche della malattia renale cronica, una condizione estremamente diffusa che interessa milioni di italiani. Lo ricordano i risultati dello studio Sharp che dimostrano come un trattamento di associazione per ridurre il colesterolo LDL, anche in presenza di valori non particolarmente elevati, possa portare ad una riduzione significativa dell'incidenza di eventi cardiovascolari maggiori, simile a quella riscontrata in pazienti con fattori di rischio cardiovascolare sottoposti a trattamento anti-dislipidemia. Secondo Roberto Pontremoli, docente di Nefrologia all'Università di Genova "questa ricerca rappresenta un punto importante nelle conoscenze sulla gestione del paziente nefropatico, non solo perché ha dimostrato l'utilità di un trattamento che mira ad abbassare i grassi circolanti nel sangue in tutti i pazienti con malattia renale cronica indipendentemente dal profilo lipidico del singolo, ma anche perché ha contribuito a chiarire il ruolo e l'impatto delle complicanze aterosclerotiche nel determinare l'eccesso di eventi avversi in questi pazienti". Le cifre dell'insufficienza renale, spesso non riconosciuta per tempo, sono comunque davvero preoccupanti ed appaiono in costante crescita. Si stima che in Italia vi siano attualmente circa il 10-12 per cento di soggetti con malattia renale cronica ma questa cifra aumenta fino al 30-50 per cento quando si considerano i sottogruppi a rischio (anziani, ipertesi, diabetici, obesi". Le cifre dicono che in Italia ci sono 50.000 emodializzati, 4.000 pazienti in dialisi peritoneale, 20.000 portatori di trapianto renale, 10.000 nuovi pazienti che entrano in dialisi ogni anno.
Fonte: edott.it
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