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Le ricerche di Gerona 2005

(14-01-14) Esercizio fisico e buona salute: non è mai troppo


L’esercizio fisico in età avanzata migliora la salute, anche tra chi diventa attivo tardi nella vita. Ecco quanto conclude uno studio pubblicato online sul British Journal of Sports Medicine e coordinato da Mark Hamer, ricercatore al Dipartimento di epidemiologia dell’University College London. «In una popolazione sempre più anziana, invecchiare in salute è essenziale per ridurre il la disabilità e i costi sanitari correlati» esordisce l’epidemiologo, ricordando che uno degli obiettivi principali di recente delineati dalla Commissione Europea nell'ambito della Active and Healthy Ageing Innovation Partnership è aumentare di due anni l’aspettativa di vita sana entro il 2020. L’invecchiamento in buona salute non si limita all'assenza di malattia, ma incorpora la libertà dalla disabilità fisica e la conservazione dello stato cognitivo, affettivo e dell’attività sociale. Studi recenti (tra cui il Cardiovascular Health Study, lo studio alumni di Harvard, lo studio Whitehall II e il Nurses Health Study) suggeriscono che l'attività fisica regolare è tra i più importanti fattori di conservazione della salute.

Per contro, l'inattività è al fianco di tabacco, alcol e obesità tra le principali cause di una ridotta aspettativa di vita sana, dato il suo effetto negativo sulla forza muscolare, la flessibilità, la capacità aerobica, la capacità di camminare, l'equilibrio e il declino mentale nonché cognitivo. «Gli studi epidemiologici che hanno esaminato i rapporti tra attività fisica e invecchiamento sano non hanno però valutato gli effetti nel tempo delle variazioni di attività fisica» dice l’epidemiologo. Da qui l’idea di seguire per otto anni le 3.500 persone, età media 64 anni, arruolate nel Longitudinal Study of Ageing (ELSA), misurando ogni due anni frequenza e intensità dell'attività fisica svolta a partire dal 2002-3 fino al 2010-11. I partecipanti sono stati classificati come inattivi, moderatamente attivi e vigorosamente attivi. Le capacità cognitive e la salute mentale sono stati valutati con test validati, mentre la disabilità è stata misurata secondo la facilità con cui i partecipanti svolgevano le attività della vita quotidiana. I risultati? «Chi aveva svolto attività fisica moderata o vigorosa almeno una volta alla settimana aveva maggiori probabilità di invecchiare in modo sano rispetto a chi era rimasto inattivo. E diventare attivi, anche in ritardo, aveva lo stesso benefico effetto. «Lo studio dimostra l’efficacia di iniziative di salute pubblica progettate per promuovere l’esercizio fisico tra gli anziani, anche se iniziato in età avanzata» conclude Hamer.

Fonti:
Br J Sports Med
teamsalute.it


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