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Le ricerche di Gerona 2005

(17-01-14) Lo stress “alimenta” il peso


In presenza di condizioni costantemente stressanti, le scelte alimentari delle donne, sembrano orientarsi verso un aumento dell’intake di carboidrati e grassi, con conseguenti variazioni di peso.

Lo studio

Alcuni ricercatori londinesi hanno osservato 38 donne volontarie sane reclutate tra le appartenenti a un corso universitario post-laurea. I dati sono stati rilevati all’inizio del corso semestrale e 15 settimane dopo, appena prima dell’esame scritto previsto dal corso (il fattore stressante).


Tramite un metodo d’analisi soggettiva, sono stati misurati: lacomposizione in nutrienti degli alimenti consumati, il BMI, il livello della restrizione dietetica e il livello di cortisolo salivare, in tutte le partecipanti. In un più ampio studio, dal quale sono stati tratti i dati qui elaborati, si evidenziava che l’effetto dell’aumento nella secrezione di cortisolo salivare, riduceva le restrizioni dietetiche e aumentava l’assunzione calorica, e questo giustificava per il 73% la variazione del BMI.


Tuttavia, l’analisi di regressione mostrava che i cambiamenti nella dieta modulavano l’effetto del cambiamento dei livelli di cortisolo salivare sulle variazioni del BMI. Un’analisi finale ha rivelato che l’effetto di questi cambiamenti restrittivi della dieta sul peso appaiono parzialmente mediati da un aumento dell’assunzione calorica da carboidrati e grassi, il che sta a significare che in parte il cambiamento nella composizione della dieta è correlato all’aumento della secrezione di cortisolo attraverso un’azione a livello ipotalamico-ipofisario che risulta in un aumento di peso.


Questi nuovi dati suggeriscono una consistente ipotesi sul “cibo da conforto”, ovvero, lo stresscronico potrebbe promuovere alcuni comportamenti associati tramite la diminuita restrizione dietetica e il consumo di cibi (consolatori) a elevato contenuto di carboidrati e grassi.


In pratica


La valenza del cibo, come “consolatore”, è stata evidenziata in numerosi studi che sostanzialmente suggeriscono un’implicazione emotiva nelle scelte alimentari soggettive quotidiane. E tale implicazione emotiva si traduce, specie nelle donne che sono sottoposte a una dieta restrittiva, in una scarsa adesione alla dieta, e in una ricerca, a volte frenetica, del cibo di conforto.


In questo studio, il primo dato importante è lo stress come movente delle scelte alimentari, che influenza la variazione del peso corporeo. Molte pazienti mostrano, di fatto, questo effetto negativo dello stress e quindi è necessario tenerne conto nella pianificazione del loro programma alimentare senza trascurare l’indagine alimentare accurata prima e durante il trattamento dietetico.


Autore: Patrizia Maria Gatti


Fonte:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24123563
Eur Eat Disord Rev. 2013 Oct 4. doi: 10.1002/erv.2264. [Epub ahead of print]
Increases in Weight during Chronic Stress are Partially Associated with a Switch in Food Choice towards Increased Carbohydrate and Saturated Fat Intake.

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