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Le ricerche di Gerona 2005

(20-01-14) Omocisteina alta e grassi nel sangue aumentano del 40% il rischio di ictus


Lo studio cinese rivela come le due sostanze insieme siano deleterie Acido folico e vitamina B12 il rimedio per chi ha l’omocisteina alta
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Pressione alta, troppi grassi nel sangue e fumo di sigaretta, si sa, predispongono all’ictus. Ma c’è un altro fattore di rischio, forse poco conosciuto al grande pubblico, ma ben noto agli specialisti e a chi ha già avuto qualche problema di attacchi cerebrali: è l’omocisteina, un aminoacido (ndr: gli aminoacidi sono gli elementi-base che compongono le proteine) e deriva da un suo simile, che si assume con i cibi: la metionina . Una sua eccessiva presenza nel sangue (iperomocisteinemia) può, di per sé, favorire la comparsa di attacchi cerebrali.
SINERGIE - Ma che cosa succede se questa anomalia si associa, per esempio, a un eccesso di grassi nel sangue? A volte, infatti, l’effetto negativo dei fattori di rischio si moltiplica, quando sono presenti contemporaneamente. Ecco allora che un gruppo di ricercatori cinesi del Pla General Hospital di Pechino, guidati da Xiaoyong Sai, ha voluto indagare se troppa omocisteina e troppi grassi nel sangue, in associazione, potessero avere un effetto sinergico e aumentare il rischio di ictus. Il risultato delle loro analisi retrospettive, pubblicate dalla rivista Neural Regeneration Reserach, su oltre 6000 persone hanno confermato l’ipotesi. In altre parole: chi ha elevati livelli di omocisteina e di lipidi (cioè colesterolo e trigliceridi) nel sangue, a parità di altri fattori di rischio, ha un quaranta per cento in più di probabilità di andare incontro a ictus rispetto a chi ha questi valori normali. La compresenza di iperomocisteinemia (troppa omocisteina nel sangue) e iperlipidemia (troppi grassi) ha dunque un effetto sinergico negativo. Fortunatamente i livelli di omocisteina nel sangue possono essere facilmente controllati con farmaci poco costosi e facilmente accessibili: l’acido folico e la vitamina B12.
IN CALIFORNIA - E, infatti, il ruolo dell’omocisteina, come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, è stato scoperto qualche anno fa in California ( per inciso: elevati livelli di omocisteina nel sangue non solo predispongono all’ictus, ma anche alle patologie cardiache. Il dieci per cento dei pazienti con malattia coronarica hanno elevati livelli di omocisteina nel sangue e un moderato grado di omocisteinemia può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari da quattro a sei volte rispetto a chi presenta livelli normali). In California, infatti, acido folico e vitamina B 12 venivano aggiunti alle farine per ridurre il rischio di spina bifida nei bambini (una malformazione del midollo spinale). Poi, nel tempo, si è scoperto che questo stratagemma serviva anche a diminuire il rischio di malattie cardiovascolari nelle persone che consumavano queste farine.

Fonte: www.corriere.it

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