(21-01-14) L’Alzheimer arriva se invecchiano le arterie
Negli adulti anziani un’alta pressione di pulsazione (Pp), definita come sistolica meno diastolica, si riflette sui biomarcatori dell’Alzheimer nel liquido cerebrospinale (Csf): mentre aumenta la proteina tau fosforilata (P - tau) cala la beta-amiloide 1-42 ( Ab1-42), suggerendo che l'emodinamica pulsatile possa essere correlata al morbo di Alzheimer. Ecco le conclusioni di uno studio pubblicato su Neurology e svolto in collaborazione tra le Università di San Diego, dello stato di Washington a Seattle e di Portland, in Oregon. «La relazione tra pressione arteriosa (Bp), declino cognitivo e Alzheimer (Ad) è stata ampiamente studiata, mentre un minor numero di ricerche ha indagato gli eventuali meccanismi che legano BP e sfera cognitiva» esordisce Daniel Nation, del Veterans Affairs Healthcare System di San Diego in California, spiegando che la pressione di pulsazione aumenta con l'età e rappresenta un indice di invecchiamento vascolare. D’altro canto, l’incremento di Pp aumenta le probabilità di sviluppare Alzheimer (Ad), indipendente da ictus o ipertensione, anche sopra i 75 anni.
Non è chiaro se tra Pp e Ad vi sia un legame diretto, ma in teoria l’indurimento della parete arteriosa correlato all'età potrebbe avere un ruolo nella malattia cerebrovascolare per l’ampia oscillazione e la maggiore energia dell’onda pressoria nei piccoli vasi distali. «L’ipotesi è che l’elevazione della Pp potrebbe influire direttamente sull’Ad incrementando l’accumulo di beta-amiloide e di proteina tau fosforilata, due noti biomarcatori dell’Alzheimer» sottolinea Nation, che assieme ai colleghi ha cercato conferma in 177 adulti cognitivamente normali tra 55 e 100 anni nei quali sono state misurate la Pp e, con puntura lombare, l’Ab1-42 e la P-tau. I risultati? Se Pp aumenta, sale anche P-tau, mentre Ab1-42 scende. Questo, però, solo nei partecipanti più giovani, tra 55 e 70 anni. In quelli più anziani, tra 70 e 100 anni, il legame sparisce. «Solo ulteriori studi a lungo termine potranno chiarire meglio il legame tra Ad e invecchiamento vascolare» conclude il ricercatore.
Fonte: teamsalute.it
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