(29-01-14) Troppa soda aumenta anche il rischio tumore
Nelle donne in menopausa l'assunzione regolare di soda favorisce un incremento di rischio di sviluppare il tumore dell'utero con percentuali di incremento davvero elevate per le forti bevitrici. E' il risultato di una ricerca apparsa su "Cancer, Epidemiology, Biomarkers & Prevention" e condotta all'Università di Minneapolis. Gli scienziati hanno esaminato oltre 23.000 donne, considerando le loro abitudini alimentari e prendendo in esame 127 categorie di alimenti.
Fonte: edott.it
NOTA: Soft drink è il termine di lingua inglese, corrispondente all'italiano bibita , con cui vengono indicate alcune bevande non alcooliche a base di acqua naturale o acqua gassata con carbonato di sodio (volgarmente: soda) e quasi sempre addizionata ad aromi e sostanze dolci (generalmente zucchero oppure dolcificanti o fruttosio, maggiormente indicati questi ultimi nei diet drink destinati a chi segue una dieta a basso regime calorico). Tali bevande possono contenere anche caffeina e/o gomma arabica e vengono utilizzate a volte a integrare cocktail.
In Italia i più comuni e diffusi fra i soft drink sono la classica gassosa, il chinotto, l'acqua tonica, le spume all'arancia, al cedro o al pompelmo o le bibite a base di cola.
Questo tipo di bevande vengono spesso indicate con nomi differenti, mutuati da quelli in uso sul mercato anglosassone: pop, soda, coke, soda pop, fizzy drink, tonic o carbonated beverageProdotti come le bevande energetiche in uso fra gli sportivi e i succhi di frutta in genere non sono considerati soft drink, così come non lo possono essere le bevande calde a base di cioccolata, the, caffè e latte (inclusi frullati e frappé).
Solitamente serviti freddi o a temperatura ambiente, i soft drink sono così chiamati in contrasto con quelli che vengono definiti - sempre sul mercato anglosassone - hard drinks, ovvero le bevande alcoliche. Piccole quantità di etanolo, tuttavia, possono essere presenti anche nei soft drink, sebbene il titolo alcolometrico non possa superare lo 0.5% del volume totale[2][3] del prodotto nel caso in cui il drink debba essere classificato come analcolico.[4] I più diffusi soft drink sono, oltre alle già citate cole, spume e gassose, la limonata e l'aranciata, oltre alle bibite a base di lime, la root beer (un particollare tipo di birra gassata diffusa in Nordamerica), la grape soda, la cream soda a base di vanillina, il ginger ale, il punch a base di frutta da servire freddo e senza alcool (Delaware Punch), lo squash a base di sciroppo di frutta, lo Julmust.
Fonte : Soft drink
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