(07-02-14) Grave disturbo psicotico e abuso sostanze, comorbilità elevata e fatale
Arturo Zenorini
L’abuso di alcol, fumo e droga è un fenomeno da 3 a 4 volte più frequente nei pazienti con gravi psicopatie rispetto alla popolazione generale. Se i pazienti con gravi disturbi mentali muoiono mediamente a un’età inferiore a quella dei soggetti senza problemi psichiatrici, ciò nella maggior parte dei casi non avviene per overdose o un atto suicidario – come si potrebbe pensare – bensì a causa di malattie cardiache o cancro, dovute ad alcolismo cronico o a tabagismo. Sono le conclusioni di uno studio coordinato da Sarah M. Hartz, docente di psichiatria della Washington University School of Medicine in St. Louis (Missouri, USA). Il team ha valutato la compresenza di abuso di sostanze e gravi disturbi psicotici nella Genomic Psychiatric Cohort, un campione multietnico di 9.142 individui con diagnosi di schizofrenia, disturbo bipolare con caratteristiche psicotiche o disturbo schizoaffettivo. I dati sono stati quindi messi a confronto con una popolazione di 10.905 controlli. È emerso che, rispetto alla popolazione generale, i soggetti con gravi disturbi psicotici presentano un rischio maggiore (odds ratio, OR) di essere fumatori (100 sigarette in tutta la vita, OR = 4,61; fumo quotidiano > 1 mese, OR = 5,11), di fare abuso di alcolici (alcol > 4 drink al giorno, OR = 3,96), di marijuana (> 21 volte all’anno, OR = 3,47) e di fare impiego ricreativo di droghe (> 10 volte, OR = 4,62 per). Sotto questi profili, non si sono rilevate distinzioni tra etnie o di genere nei pazienti psicotici, hanno sottolineato gli autori. «Preoccupa soprattutto il fatto che recenti sforzi in salute pubblica che hanno avuto successo nel far diminuire l’abitudine al fumo tra i soggetti sotto i 30 anni siano stati inefficaci in questa categoria di pazienti» commenta Hartz. Vari studi, tra l’altro, hanno evidenziato che gli psichiatri, pur sapendo che spesso comorbilità di questo tipo sono frequenti, non ne parlano con i pazienti. «Possiamo fare di più» esorta Hartz «ma dobbiamo sviluppare nuove strategie visto che gli interventi per far diminuire l’abuso di sostanze funzionano in altre popolazioni di pazienti ma sembra non altrettanto nei soggetti psicotici».
Fonti:
JAMA Psychiatry, 2014 Jan 1. [Epub ahead of print]
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