(10-02-14) La depressione in Italia: un’istantanea su cui riflettere
Più o meno diciassette milioni. Tante sarebbero le persone che nel nostro Paese hanno problemi di salute mentale, almeno leggendo i dati che emergono da un'indagine della Società Italiana di Psichiatria (SIP), e debbono fare i conti con un coacervo di patologie che vanno dal disturbo postraumatico da stress all'ansia, per giungere fino all'insonnia e alla depressione. Per tutti questi individui le cure non sono oggi ancora sufficienti ad offrire risposte adeguate. A ricordarlo è Claudio Mencacci, presidente della SIP, che sottolinea come solo una minima percentuale di questi potenziali pazienti trova risposte idonee ai propri problemi (tra l'8 e il 16 per cento) e ancora minore è la percentuale di quanti hanno un trattamento adeguato con farmaci e psicoterapia (tra il 2 e il 9 per cento). Peraltro, quando si parla di medicinali impiegati in questi casi, va sempre ricordato che non sempre le terapie farmacologiche sono adeguate. Basti pensare che il consumo di antidepressivi è cresciuto di circa quattro volte negli ultimi dieci anni. A spiegare questo quadro ingravescente e soprattutto la realtà di una malattia democratica come la depressione, che colpisce giovani e anziani indifferentemente dallo stato sociale, c'è sicuramente un elemento che non può essere dimenticato ed è la crisi economica. Per capire come questa impatti sulla realtà psichica della popolazione basti pensare a quanto mostra il recente rapporto dell'Oms sulle diseguaglianze: la Grecia prima della crisi aveva il tasso di suicidi più basso d'Europa, con 3 ogni 100.000 abitanti, e questo numero si è di molto alzato negli ultimi tempi.
Fonte: edott.it
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