(24-02-14) Studio Usa, 50% di chi beve caffe' ne e' dipendente
ADNKronos Salute
Roma, 29 gen. (Adnkronos Salute) - Caffè al mattino, qualcosa di
irrinunciabile per milioni di persone in tutto il mondo. Ma cosa succederebbe
se a questo esercito di fanatici della tazzina venisse tolta improvvisamente
questa abitudine? Almeno nella metà dei casi potrebbero avere anche sintomi
riconducibili a quelli di una crisi da astinenza. Eppure, la dipendenza da
caffè è un problema in aumento, ma ancora poco considerato, avvertono gli
esperti dell'American University, della Johns Hopkins University School of
Medicine e della University of Vermont sul 'Journal of Caffeine Research'.
La psicologa Laura Juliano, prima firmataria del lavoro, evidenzia che molte
persone sono oggi dipendenti da caffeina al punto da avere sintomi di astinenza
e di non essere in grado di ridurre il consumo di questa bevanda nemmeno nelle
condizioni in cui si sconsiglia, come durante la gravidanza, in presenza di
malattie del cuore o di un disturbo della coagulazione del sangue. Questi
sintomi combinati danno vita a una condizione chiamata 'Caffeine Use Disorder',
ossia disturbo da uso di caffè. E secondo l'esperta, anche se la caffeina può
essere considerata la droga più comunemente usata nel mondo e si trovi ormai
ovunque, dal caffè al tè, alla soda, agli antidolorifici, al cioccolato e in
tutta una serie di alimenti e bevande energeciti, gli operatori sanitari stanno
tardando nel considerarne l'abuso come qualcosa di problematico e nel
riconoscere che in alcuni casi si potrebbe aver bisogno di un trattamento
specifico per risolvere il problema.
Lo studio riassume i risultati di ricerche precedentemente pubblicate, per
presentare le prove biologiche della dipendenza da caffeina. I risultati
mostrano quanto sia diffuso questo fenomeno e quanto siano significativi i
sintomi fisici e psicologici sperimentati dai consumatori abituali di caffeina.
La comunità scientifica sta cominciando a considerare il problema: la scorsa
primavera, l'American Psychiatric Association ha ufficialmente riconosciuto il
disturbo da uso di caffeina come un problema di salute reale che deve essere
approfondito anche nel 'Diagnostic and Statistical Manual of Mental Health
Disorders', il Dsm.5.
"C'è un malinteso sia tra i professionisti della salute che fra i cittadini,
secondo cui rinunciare alla caffeina non sarebbe affatto difficile. Al
contrario, gli studi hanno messo in luce che oltre il 50% dei normali
consumatori di caffeina ha avuto difficoltà a smettere o a ridurre il consumo
di questa sostanza", dice Juliano, che ricorda che gli adulti sani dovrebbero
limitare il consumo di caffeina a non più di 400 mg al giorno, l'equivalente di
circa 2-3 tazzine. Le donne in gravidanza dovrebbero consumarne meno di 200 mg
al giorno e le persone che soffrono regolarmente di ansia o insonnia, così come
gli ipertesi, i malati cardiaci o con problemi urinari dovrebbero limitare
ancora di più il consumo di caffeina.
"I produttori - consiglia inoltre l'esperta - dovrebbero indicare sulle
etichette la quantità di caffeina". Ma sia negli States, dove regna il mito del
'bibitone' al caffè, che in Italia, dove prevale quello dell'espresso, sarebbe
davvero possibile combattere la dipendenza da caffè? "Attraverso la nostra
ricerca - assicura Juliano - abbiamo osservato che le persone che hanno
problemi a smettere di consumare caffè sarebbero interessate a ricevere
trattamenti simile a quelle che vogliono smettere di fumare".
Fonte : quotivadis
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