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Le ricerche di Gerona 2005

(01-03-14) L’infarto fuori orario miete più vittime


Secondo i dati di uno studio pubblicato sul Bmj, nei pazienti con attacchi cardiaci che arrivano in ospedale di notte o nei fine settimana la mortalità è maggiore, e la cura in urgenza richiede più tempo rispetto a chi giunge in orario normale. «La presentazione al di fuori del normale orario di lavoro allunga il cosiddetto door-to-balloon time, cioè il tempo trascorso tra l’uscita di casa e il termine dell’angioplastica d’urgenza, e può portare a migliaia di morti in più ogni anno» dice Henry Ting, ricercatore alla Division of Cardiovascular Diseases della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, e coautore dell’articolo. Gli attacchi di cuore restano la principale causa di morte nel mondo con circa 400.000 morti l’anno nei soli Stati Uniti, e già studi precedenti indicavano una maggiore mortalità ospedaliera di notte e nei fine settimana, senza tuttavia dati definitivi. Così i ricercatori della Mayo hanno imbastito una metanalisi su 48 studi svolti in Canada, Stati Uniti ed Europa su un totale di 1.896.859 pazienti per valutare gli effetti della presentazione “fuori orario” tra i pazienti colpiti da attacco cardiaco. E i dati raccolti indicano un aumento di mortalità del cinque per cento, sia in ospedale sia a 30 giorni dalla dimissione, responsabile di circa seimila decessi in più ogni anno nei soli Stati Uniti. «Nei soggetti colpiti da Stemi, l’infarto con sopraelevazione del tratto St, i risultati mostrano un ritardo nel door-to-balloon time di quasi 15 minuti, che potrebbe aumentare la mortalità addirittura del 10-15% in questo tipo di attacco cardiaco» continua Ting. E in un editoriale di accompagnamento Lauren Lapointe-Shaw e Chaim Bell del Mount Sinai Hospital di Toronto, Canada, confermano: «I pazienti che si presentano fuori orario subiscono ritardi nelle cure urgenti con risultati peggiori, e il divario sembra aumentare nel tempo». Secondo gli editorialisti i manager sanitari dovrebbero concentrarsi sul miglioramento dell’assistenza ospedaliera ai pazienti con infarto miocardico acuto nelle ore notturne e nei fine settimana, con l'obiettivo di fornire prestazioni di qualità elevata 24 ore al giorno sette giorni su sette.

Fonti:
BMJ 2014;348:f7393 doi: 10.1136/bmj.f7393
doctornews33

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