(06-03-14) I pesticidi aumentano il rischio di Alzheimer
Elevati livelli nel sangue di un derivato del pesticida Ddt - il cui uso in agricoltura è stato vietato negli Stati Uniti dal 1972 (è consentito solo in caso di emergenze sanitarie legate a infezioni trasmesse da insetti) ma che è ancora prodotto per l’esportazione - sembrano aumentare il rischio di malattia di Alzheimer (Ad). Parola di Jason Richardson, ricercatore all’Environmental and Occupational Health Sciences Institute di Piscataway, New Jersey, primo firmatario di uno studio su Jama Neurology. «L’Alzheimer è la malattia neurodegenerativa più comune al mondo, e i fattori di rischio della forma a esordio dopo i 60 anni non sono del tutto chiari, pur includendo motivi ambientali e legati allo stile di vita. «Ad aumentare le probabilità di ammalarsi è anche la presenza di un particolare allele, l’allele 4, del gene che codifica per l’apolipoproteina E (Apoe). L’Apoe è una proteina plasmatica, coinvolta nel trasporto del colesterolo, che si lega all’amiloide, e della quale esistono tre forme: Apoe2, Apoe3, Apoe4, codificate da tre diversi alleli (E2, E3, E4). «Diversi studi indicano che l’allele 4 è più frequente nell’Alzheimer, con un aumento di tre volte del rischio di malattia» riprende Richardson, che assieme ai colleghi ha esaminato l'associazione tra Ad e livelli ematici di Dde (diclorodifenildicloroetilene), un derivato metabolico del Ddt, cercando di stabilire se il genotipo Apoe avesse effetto su tale associazione. Allo scopo i ricercatori hanno usato il sangue di 86 pazienti con Ad e 79 controlli, rilevando Dde nel 70% dei controlli e nell'80% dei malati. «Le tracce di Dde trovate nei campioni dipendono probabilmente dalla sua lunga emivita o dalla contaminazione del suolo e dei corsi d'acqua, e sono associate a un aumento del rischio di Ad» puntualizza il ricercatore, sottolineando che i livelli medi del metabolita del Ddt erano 3,8 volte più alti nel sangue dei pazienti con Ad. Ma non basta: la funzione cognitiva, misurata con il punteggio Mini-Mental State Examination, era più gravemente deteriorata nel sottogruppo che aveva i più alti livelli di Dde e che era portatore dell’allele 4. «La presenza di Dde si associa in modo dose-dipendente a un aumentato rischio di Ad, e la presenza di allele 4 può rendere più sensibili al pesticida» commenta in un editoriale Steven DeKosky, neurologo all’Università di Charlottesville in Virginia. «E i portatori dell’allele 4 sembrano può essere più sensibili ai suoi effetti».
Fonte: JAMA Neurol. 2014;71(3)
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