(13-03-14) Diabete 2, controllo pressione e colesterolo non evita il declino cognitivo
Nei pazienti anziani con diabete di tipo 2 lo stretto controllo dei valori di pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo non riduce il rischio di declino cognitivo a lungo termine legato alla malattia, secondo uno studio della Wake Forest School of Medicine di Winston-Salem, North Carolina, pubblicato su Jama Internal Medicine. Dice Jeff Williamson, uno degli autori dell’articolo: «Nei pazienti con diabete di tipo 2 aumenta il rischio di declino della funzione cognitiva a causa della perdita di volume cerebrale e di un aumento delle lesioni a carico della sostanza bianca, come risulta dalle immagini di risonanza magnetica cerebrale». E per verificare l'effetto sulla sfera cognitiva di un trattamento di riduzione intensiva della pressione sanguigna e dei lipidi ematici, gli autori hanno esaminato i dati del sottostudio Memory in Diabetes (Mind), parte dello studio Accord, Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes. «Alla ricerca hanno preso parte 2.977 soggetti senza deterioramento cognitivo o demenza all’inizio del follow-up, suddivisi in due gruppi: il primo trattato in maniera consueta, e il secondo posto in terapia così da mantenere i valori di pressione sistolica sotto i 120 o al massimo 140 mm/Hg e il colesterolo LDL inferiore a 100 mg/dl» spiega il ricercatore. Inoltre, 503 partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale all’inizio dello studio e dopo 40 mesi per verificare, tra l’altro, le variazioni di volume cerebrale totale. Dall’analisi non è emersa alcuna differenza nel declino cognitivo tra i due gruppi. «Negli ultimi due decenni, la convinzione che le strategie di controllo intensivo delle comorbilità legate al diabete di tipo 2, tra cui l'iperglicemia, l’iperlipidemia e l’ipertensione arteriosa, potessero ridurre le complicanze della patologia ha portato a grossi investimenti nello sviluppo di nuovi farmaci» aggiunge Williamson, sottolineando che lo stretto controllo pressorio e lipidico è certamente valido in condizioni come i disturbi cerebrovascolari o la coronaropatia. «Nel caso del diabete mellito di tipo 2, invece, questi risultati non indicano una riduzione del declino cognitivo associata a bassi livelli di pressione e di colesterolo» conclude il ricercatore.
Fonti:
JAMA Intern Med. 2014 Feb 3.
doctornews33
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