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Le ricerche di Gerona 2005

(23-03-14) Agenti chimici a contatto con cibi: nemici della salute


I composti chimici sintetici usati nei processi di preparazione, trasformazione, conservazione e confezionamento dei prodotti alimentari potrebbero essere dannosi nel lungo periodo per la salute umana, avvertono i ricercatori del Food Packaging Forum Foundation di Zurigo, Svizzera, in un commento pubblicato sul Journal of Epidemiology e Community Health. «La maggior parte di queste sostanze non sono inerti e potrebbero penetrare nel cibo che mangiamo» esordisce Jane Muncke, tra gli autori dell’articolo. Anche se molte di queste sostanze sono soggette a regolamentazione, le persone che mangiano cibi preconfezionati o trasformati rischiano di essere cronicamente esposte, e poco si sa circa l’impatto a lungo termine dei cosiddetti Fcm, Food Contact Materials, non solo sullo stato di salute, ma anche sulle fasi cruciali dello sviluppo, come la gestazione. «L’esposizione permanente a questi agenti chimici è motivo di preoccupazione per diverse ragioni, tra cui il fatto che sostanze tossiche note per essere causa del cancro, come la formaldeide, sono legalmente utilizzate. La formaldeide è presente per esempio, anche se a livelli bassi, nelle bottiglie di plastica usate per le bevande e nelle stoviglie in melamina» continua la ricercatrice. Ma tra i Food Contact Materials ci sono anche altri composti chimici, noti per interferire con la produzione di ormoni, come per esempio bisfenolo A, triclosan e ftalati. «Mentre ricercatori e produttori dibattono sulla pericolosità di queste sostanze e i politici lottano per soddisfare le esigenze delle parti interessate, i consumatori restano esposti tutti i giorni, per lo più in modo inconsapevole» rincara Muncke, ricordando che i composti chimici noti a contatto con il cibo sono più di 4.000, e che i loro potenziali effetti dannosi, in particolare ormonali, non vengono presi in considerazione nelle analisi tossicologiche di routine. «E questo dovrebbe non solo evocare seri dubbi sull'adeguatezza delle procedure in uso, ma anche spronare a una valutazione approfondita dei potenziali legami tra queste sostanze chimiche e patologie croniche come cancro, obesità, diabete e disturbi neurologici. Dato che molti cibi sono preconfezionati e che l'intera popolazione può essere esposta, è della massima importanza colmare in modo rapido ed esaustivo le lacune ancora presenti nelle nostre conoscenze sull’argomento» conclude la ricercatrice.

Fonti:
J Epidemiol Community Health
doctornews33



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